BARONI - "Io gli avevo fatto presente come fossi in scadenza di contratto e che questo poteva essere l'ultimo anno. E lui, dopo avermi osservato per tutti gli allenamenti in ritiro, aveva voluto farmi un regalo con il suo pensiero: “I più giovani devono guardarti, imitarti e correre forte quanto te, prima che tu smetta”".
RUOLO - "L'età è un fattore importante in questo calcio moderno e fisico, ma in questo momento la testa e il fisico mi girano a mille. Riesco a fare recuperi come a Monza su Maldini, a sfrecciare al 92' per segnare al Porto e ballare sotto la Nord. A inizio stagione avrei preferito giocare dietro la punta per fare la pressione alta e non dover tornare indietro. Adesso sento di poter far tutto ed essere sempre decisivo".
CESSIONE - "Mai pensato di andar via, volevo continuare alla Lazio e rispettare il contratto. Ho parlato con il ds e il presidente e, anche se avevano comprato tantissimi giocatori in attacco, hanno deciso di tenermi. E ora tutti insieme, i giovani e un vecchietto, siamo un'incredibile macchina da gol".
ARABIA SAUDITA - "Sì, è vero, mi hanno cercato, ma non ho cambiato idea. Rispetto la scelta di altri colleghi, ma io non mi muovo dal calcio europeo. Ho avuto la fortuna di giocare nei tre migliori campionati e nelle competizioni Uefa. Quando qui nessuna squadra mi vorrà più, smetterò".
OBIETTIVO - "Perché adesso non dobbiamo parlare troppo né farci travolgere dall'euforia. Massacrarci di lavoro ci ha portato così in alto. Abbiamo fatto bene in Europa e in campionato, ma siamo solo all'inizio. E quindi nello spogliatoio ci siamo detti di non fissare un traguardo. Lo vedremo tutti insieme a fine stagione. Solo mantenendo questa fiducia e la cattiveria, sarà un posto lontano".
SARRI - "Sono momenti, è così il calcio. Con Maurizio abbiamo fatto grandi cose, il secondo posto è stato un traguardo enorme, ma poi avevamo perso le motivazioni, la fame di vincere e l'unione. Siamo entrati in un vortice negativo, tutta la squadra ha avuto un black out mentale, si era convinta di non riuscire più a ottenere i risultati né a giocare come voleva. La testa è tutto, adesso sta succedendo il contrario".
DIRIGENTE LAZIO - "Non ho ricevuto una proposta, qualche volta ne abbiamo parlato con il ds Fabiani perché dice che sono e posso ancora essere un esempio per i giovani. Mi piacerebbe e sarebbe bellissimo un ruolo all'interno della Lazio, anche come allenatore fra qualche anno. Ma io ho una situazione familiare complicata, ho i figli in Spagna, anche se sto benissimo a Roma e in una società con valori e gente straordinaria. Mai dire mai comunque. In questo momento non voglio pensarci perché non ho intenzione di smettere a fine anno".
RINNOVO - "Ho già ricevuto un'offerta? No, vedremo più avanti con Lotito, ci siederemo a un tavolo. Il mio sogno è vincere un trofeo qui prima di smettere, sarei l'uomo più felice del mondo. Siamo una delle squadre che ambiscono all'Europa League, siamo primi e possiamo vincerla. La nuova formula può agevolarci, senza retrocessioni dalla Champions, per entrare fra le prime otto. Poi ci saranno le doppie sfide e comunque squadre fortissime come United, Tottenham. Adesso sarà tosta in casa dell'Ajax, il percorso è lungo, ma dobbiamo provarci".
ROMA - "Non voglio raccontare vicissitudini di cui ho già detto sulla Roma e Mourinho. Sono il passato, anzi hanno preso la miglior decisione all'epoca e li ringrazio di avermi ceduto alla prima squadra della Capitale ovvero la Lazio. Io volevo continuare in Serie A, dove c'è tanta concorrenza, e sono stato accontentato".
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