SCELTA - "Non ho parlato con la società. Domani ho il volo, parto. Se ci fosse stato qualcosa me l'avrebbero detto. Salutare è una cosa naturale. Ringrazio Galliani e la famiglia Berlusconi, ma è giusto così".
ERRORI - "Li ho fatti. Alcuni li ho accettati, altri non avrei dovuto accettarli. Non li dico, però. Voglio uscire da qui con Galliani come son venuto. Abbiamo una proprietà che fa altro nella vita. Non ho bisogno della badante che mi dica ogni giorno 'sei bravo, che cosa belle che hai fatto'. Non voglio dire cose che mi farebbero uscire da rosicone".
RIPARTIRE - "Si riparte dagli uomini, ogni generazione ha le sue difficoltà e nelle difficoltà non cerca scuse. Questa deve essere la normalità. L'allenatore non deve fare paragoni con il calcio passato: dobbiamo trovare la chiave".
SAN SIRO - "La contestazione? Mi fa tristezza. Il pubblico di San Siro sa di calcio: se ti fischiano, vuol dire che stai facendo male. Quando il pubblico tuona, vuol dire che qualcosa seriamente non va. Sono stato dieci anni qui e, anche nei momenti di difficoltà, ci hanno sempre aiutato. L'effetto è brutto. Il Milan, come il Real Madrid, ha una storia troppo importante per vedere una serata così. Si deve riunire tutto, è un peccato vedere la squadra così. Se manca il milanismo in questo Milan? Capisco la curiosità, ma non mi permetto di dare giudizi profondi. Ripartire dalla mentalità di Berlusconi? Avere Berlusconi ti garantisce tante cose. Quando vinci pensi di essere forte e lui ti comprava gente ancora più forte. Aveva una visione fuori dal comune, ci viziava tutti. È stato un presidente speciale che ha viziato tutti, è difficilmente ripetibile per me al mondo".
ANCELOTTI - "Il mister ha scelto, io devo farmi cercare dagli altri. Ancelotti è stato un padre ed è una persona speciale: non è banale, non è fuori dalle righe e ciò che fa, lo fa col cuore. Una persona pulita".
© RIPRODUZIONE RISERVATA