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Ndoye: “Devo fare più gol e assist, cosa mi chiede Italiano. Io vorrei giocare sempre ma…”

Marco Astori
Dan Ndoye, esterno del Bologna, ha concesso un'intervista ai microfoni di Repubblica. Queste le sue parole.

Dan Ndoye, esterno del Bologna, ha concesso un'intervista ai microfoni di Repubblica. Queste le sue parole.

GENOVA - "Sarebbe stato importante fare un buon risultato a Genova , lo meritavamo, è un momento così. Ma non si può puntare su una sola gara, giochiamo ogni tre giorni e abbiamo subito un’altra chance per rifarci. Giochiamo bene, la strada è giusta".

PERSO LA MAGIA - "No. Abbiamo fatto una stagione magnifica ma non bisogna pensarci più. La maggior parte dei giocatori sono gli stessi, la città è la stessa, i tifosi sono gli stessi. La magìa tornerà. Ogni squadra ha bisogno di tempo quando arriva un allenatore nuovo per capirlo e mettere in pratica le sue idee. Non eravamo pronti all’inizio della stagione. Adesso stiamo andando molto meglio perché sappiamo cosa vuole Italiano".

ASTON VILLA - "Una partita difficile, è la Champions. L’Aston Villa gioca molto bene con grande intensità con e senza palla, troveremo un ambiente simile ad Anfield ma là abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela contro squadre di alto livello".

ANFIELD - "Cos'è rimasto impresso? Sentire i nostri tifosi dietro di noi in quello stadio a spingerci, sentire che tutta la città era con noi. Un momento straordinario".


TANTI FALLI - "Contento di essere il più picchiato in Serie A? Proprio contento no, però sì: significa che il mio modo di giocare attira calci e che dribblo bene. Continuerò così. Quelli italiani sono buoni arbitri, usano i cartellini per far capire ai difensori i limiti da non superare e chi entra per far male si prende un rosso, com’è successo col Parma".

DIFENSORI - "Prima avevo più difficoltà con gli avversari più veloci, ora penso di aver trovato il modo di superarli, ho ampliato il repertorio di dribbling. Quando il marcatore è più aggressivo è difficile capire come fare a saltarlo, il primo pallone è il più importante. Ma non mi è mai capitato di dire: a questo non riesco ad andar via».

INFORTUNI - "Argomento delicato. Io vorrei sempre giocare, ma è necessario gestirsi. Sono un giocatore veloce, ma sento che il mio fisico non è sempre al massimo. Lavoro molto in palestra, faccio del mio meglio. Ma il corpo richiede riposo, ha bisogno di tempo per recuperare ed è dura fare una partita ad alto livello ogni tre giorni".

ITALIANO - "Con Motta dovevo correre per aprire spazi agli altri. Ora gioco più con la palla al piede e mi piace così. L’anno scorso ho imparato molto sul piano tattico, ho imparato a non perdere palla stupidamente come mi capitava in Svizzera e che, se non c’è spazio, si deve tornare indietro e ricominciare. Poi Motta mi ha insegnato a essere al 100% ogni giorno in allenamento. Con Italiano lavoro molto di più sull’attacco, come squadra e individualmente. Come detto questo è il salto che devo fare per perfezionarmi e salire di livello".

FASCE - "Per me vanno bene tutte e due, quest’anno gioco più a sinistra e ho acquisito più automatismi da quella parte".

GOL E ASSIST - "Eh, lo so che devo fare più gol e più assist. Il gol è la cosa che mi manca di più, ma so che sono sulla buona strada e che le reti arriveranno. Credo nelle mie qualità, mi basta solo farne uno per sbloccarmi e so che posso farcela. Non è paura, ma a volte penso troppo davanti alla porta".