SERIE A - "Tornerei in Italia? Certo.".
ROMA - "Acquistai un biglietto per andare a salutare i tifosi all’Olimpico? Non uno, quattro. Ero in hotel con i miei assistenti che mi dissero: “Mister, meriti di salutare i tifosi e i tifosi meritano di salutare te. Andiamo”. Ci ho pensato qualche ora, poi ho temuto che mi avrebbero accusato di voler disturbare e io non faccio queste cose, mai. Non ho più visto giocare la Roma. L’Inter, sì".
ATALANTA - "La vittoria in Europa League? Ottimo, il premio alla competenza e a un progetto serio, tanti anni di lavoro fatto bene con lo stesso allenatore e la stessa filosofia di gioco. Ero triste per Xabi, tifavo Bayer, però l’Atalanta l’ha ultrameritato. Un buon arbitro, un buon Var, degni di una finale europea".
BOVE - "Bove è come me. Nessuno gli ha regalato niente. Ha esordito con me perché abbiamo principi simili, anche se uno ha vent’anni e l’altro sessanta".
NAZIONALE - "Nel futuro c’è una nazionale? Sì. Voglio giocare un Europeo o un Mondiale, unire un Paese intorno alla sua nazionale nello stesso modo in cui sono riuscito tante volte con i club e i tifosi. Voglio farlo per il calcio, per quello che questo sport rappresenta. Sarà incredibile".
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