Beppe Marotta, presidente dell’Inter, è stato intervistato da The Athletic. Ecco le sue dichiarazioni riportate da Fcinter1908.it: “In 20 anni, la Premier League ha triplicato i suoi ricavi rispetto a noi. Ciò che manca di più...
Beppe Marotta, presidente dell'Inter, è stato intervistato da The Athletic. Ecco le sue dichiarazioni riportate da Fcinter1908.it: "In 20 anni, la Premier League ha triplicato i suoi ricavi rispetto a noi. Ciò che manca di più all'Italia sono stadi moderni in grado di generare maggiori ricavi dalle partite. Questo è qualcosa che potrebbe raddoppiare i nostri ricavi. Abbiamo incassato 80 milioni di euro (in questa stagione) e con un nuovo stadio pensiamo di poterli raddoppiare. Rispetto al resto d'Europa, questo è il nostro principale handicap. Siamo ultimi in termini di investimenti in strutture e infrastrutture per gli stadi. Un altro fattore importante è cercare di ottimizzare la vendita dei diritti televisivi. Non tanto per i diritti nazionali, quanto per quelli esteri. Rispetto alla Premier League, il rapporto è di 1 a 10".
OAKTREE - "Il mio segreto? Innanzitutto i proprietari devono avere fiducia nel management. Se si ha la loro fiducia, bisogna avere due caratteristiche: una è la competenza, l'altra è l'etica del lavoro e una cultura aziendale. Un senso di appartenenza a qualcosa. Questi valori sono assolutamente essenziali. Non sono i soldi a fare la differenza; sono questi aspetti".
PROCESSO - "A partire da Istanbul, è iniziato un processo in cui i giocatori hanno preso consapevolezza del loro valore e questo a sua volta li ha resi abbastanza maturi da giocare sui palcoscenici più importanti, come una seconda finale (tra tre anni). Sconfitta? Tutti nello sport conoscono questa sensazione. Bisogna conviverci, con le gioie e le amarezze. Per citare Nelson Mandela: 'Non perdo mai. O vinco o imparo'. Quindi ci sono lezioni da imparare, modi per migliorare e modi per essere ancora più preparati per la prossima sfida che ci attende".
CALENDARIO - "È importante che ci uniamo per ridurre leggermente il calendario calcistico. Giocare 60 partite all'anno è difficile. A mio avviso, il primo passo in Serie A dovrebbe essere quello di ridurre il numero di squadre da 20 a 18, come hanno fatto la Bundesliga (e la Ligue 1) e come altri Paesi sembrano stiano prendendo in considerazione. Ridurre la Serie A a 18 squadre e allineare meglio i calendari internazionali con la FIFA e le federazioni sarebbe un grande passo avanti".