PROCESSO - "A partire da Istanbul, è iniziato un processo in cui i giocatori hanno preso consapevolezza del loro valore e questo a sua volta li ha resi abbastanza maturi da giocare sui palcoscenici più importanti, come una seconda finale (tra tre anni). Sconfitta? Tutti nello sport conoscono questa sensazione. Bisogna conviverci, con le gioie e le amarezze. Per citare Nelson Mandela: 'Non perdo mai. O vinco o imparo'. Quindi ci sono lezioni da imparare, modi per migliorare e modi per essere ancora più preparati per la prossima sfida che ci attende".
CALENDARIO - "È importante che ci uniamo per ridurre leggermente il calendario calcistico. Giocare 60 partite all'anno è difficile. A mio avviso, il primo passo in Serie A dovrebbe essere quello di ridurre il numero di squadre da 20 a 18, come hanno fatto la Bundesliga (e la Ligue 1) e come altri Paesi sembrano stiano prendendo in considerazione. Ridurre la Serie A a 18 squadre e allineare meglio i calendari internazionali con la FIFA e le federazioni sarebbe un grande passo avanti".
INZAGHI - "È un bravo allenatore. Trova le giuste motivazioni e non crea tensioni eccessive. Gioca un calcio moderno, cercando di segnare più gol piuttosto che limitarsi a difendersi, e questo è un calcio che piace e diverte".
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