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Lazio, i retroscena dell’incontro con Sarri: il piano e le condizioni dei biancocelesti

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Prosegue il lavoro della Lazio per riportare sulla propria panchina Maurizio Sarri. Ecco i dettagli dell’incontro di ieri nella ricostruzione del Corriere dello Sport: “Lotito vuole strappare la firma di Sarri entro il weekend, è una...
Tommaso Lerro

Prosegue il lavoro della Lazio per riportare sulla propria panchina Maurizio Sarri. Ecco i dettagli dell'incontro di ieri nella ricostruzione del Corriere dello Sport: "Lotito vuole strappare la firma di Sarri entro il weekend, è una corsa d'assalto. Ieri sera il diesse Fabiani ha incontrato Paolo Busardò, manager del Co-mandante, e l'avvocato Pellegrini, uomo di fiducia del tecnico, in un ristorante romano ai Parioli. Sarri non era annunciato al vertice, e infatti è rimasto a casa. Sul tavolo è stato messo un contratto di due anni a 2,8 milioni più bonus, lo stesso che l'allenatore aveva firmato nel 2021, poi ritoccato a 3,5 più bonus nel 2022. C'era la speranza di chiudere un pre-accordo. È l'accelerazione che può essere decisiva. Lotito ha stretto i contatti in poche ore per sbaragliare l'Atalanta, interessata a Sarri per il dopo Gasperini. Fabiani, accompagnato da Gianluca Grassadonia, tecnico della Lazio Women, ha esposto il piano, puntando principalmente sull'aria nuova che si respira nello spogliatoio, sui giovani su cui si è investito in estate e che vanno svezzati, sull'attesa del popolo laziale, pronto a riabbracciare il Comandante. Non sarà un mercato facile senza incassi europei dopo otto anni, è il primo punto che Sarri deve accettare, è ben chiaro. Lotito e Fabiani per aiutarlo vogliono confermare i big, se non tutti quasi, a costo di grossi sacrifici. Il ds della Lazio ha assicurato che farà il possibile per limitare a una (o due) le cessioni eccellenti. Dipenderà dal mercato, dalla volontà dei giocatori. Gli interventi in entrata dipenderanno dalle occasioni che capiteranno, dai parametri zero, da eventuali scambi. I conti bisogna farli senza il bottino europeo e con i paletti Uefa che impongono a tutti i club di comprendere le spese (di gestione e mercato) entro il 70% dei ricavi.