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Juric: “Triennio fantastico, eravamo diciassettesimi e ora noni. Futuro? Vedremo con calma”

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Ivan Juric, tecnico del Torino, ha parlato ai microfoni di Sky, DAZN e in conferenza dopo la sconfitta contro l’Atalanta e il nono posto matematico in classifica: “Secondo me è un risultato fantastico essere noni, in un anno difficile...
Marco Astori

Ivan Juric, tecnico del Torino, ha parlato ai microfoni di Sky, DAZN e in conferenza dopo la sconfitta contro l'Atalanta e il nono posto matematico in classifica: "Secondo me è un risultato fantastico essere noni, in un anno difficile con infortuni e altro siamo arrivati a pari punti col Napoli. Poi oggi, secondo me, l'Atalanta ha avuto qualità tecniche eccelse. Abbiamo perso 3-0, ma conta che volevamo finire noni e questo è accaduto. L'Atalanta è una squadra fortissima, la differenza sicuramente cambia rispetto al Toro nei soldi per comprare i giocatori. I tifosi giustamente vogliono di più, ma se noi pensiamo ai piazzamenti di questi tre anni e ai ragazzi in Nazionale dobbiamo essere contenti e ora aspettiamo la Fiorentina. Sicuramente per venti minuti abbiamo giocato bene, poi il primo gol è stato devastante. La differenza tra le due squadre è enorme, anche per quello che hanno dimostrato loro in Europa. Tanti ragazzi sono arrivati alla frutta, mancavano tantissimi giocatori, non è facile sostituirli, ma bisogna dare anche dare meriti all'Atalanta. Oggi erano nettamente superiori", riporta Tmw.

CORI CONTRO - "So qual è il mio lavoro, tre anni fantastici al massimo, siamo andati oltre quello che potevamo fare, la mia schiettezza a volte fa male, ma la verità è quella. La squadra è nona, prima era diciassettesima".


BILANCIO - "Il mio bilancio è fantastico, tutti hanno dato al massimo: abbiamo avuto problemi di infortuni, ma siamo riusciti ad aggiustare un avvio non buono. Per me il triennio è stato fantastico. Rischiamo di andare in Europa partendo dal diciassettesimo posto, devo ringraziare tutti i ragazzi, sono stati veramente bravi. Do un voto altissimo. Mercoledì avevamo voglia di trovarci, ma c'è gente che andrà in nazionale, vedremo con calma. Se mi spiace lasciare? E' chiaro che il Torino vorrebbe di più, si ha sempre questa sensazione. Io penso che con la rosa a disposizione noi abbiamo fatto il massimo, considerando tutte le difficoltà avute nei tre anni. Per far qualcosina in più ci vuole di più: più qualità, più forza, più tutto. Non sono dispiaciuto, sono molto orgoglioso del cammino che abbiamo fatto dalla situazione che c'era a quella attuale. Il Torino ha un parco giocatori interessanti, ha tre in Nazionale, è al nono posto".

FUTURO - “In questo momento non ho firmato con nessuno, ero concentrato sul Torino: abbiamo raggiunto un risultato inimmaginabile. Adesso vedremo con calma quello che succede”.

LAVORO - "Se penso sia riconosciuto? Non lo so, qualcuno lo riconosce e qualcuno si aspetta di più. Io lavoro per il Torino, devi fare il massimo con i giocatori a disposizione e secondo me abbiamo fatto il massimo: se porti tre giovani in Nazionale vuol dire che hai lavorato alla grande. Non è facile ottenere di più. Sono molto orgoglioso e guardo i numeri di come era prima e come è adesso: la squadra ha un valore diverso da prima, il lavoro è stato stupendo".

MERCATO - 
"Io penso che al Torino abbiamo tutto sommato lavorato molto bene, era una situazione in cui avevi dieci scadenze di contratto e sette prestiti. Poi vendi Bremer o Lukic e rinnovi, è difficile: non è che non sono stato rispettato, è che le possibilità economiche sono quelle che sono. Penso che in questi tre anni abbiamo lavorato molto bene, e spero di continuare così, rispettato com'è accaduto sia a Verona che a Torino".

ATALANTA - "La fortuna dell'Atalanta sta nel primo anno di Gasp che riconosce una gran qualità di quel settore giovanile, che come nel caso del tridente odierno erano giocatori di livello altissimo. Scelgono bene i giocatori, hanno uno stile di gioco. Per quanto riguarda noi, in questi tre anni non era facile".

GASPERINI - "E' il migliore d'Europa, per me quello che ha fatto lui in otto anni non l'ha mai fatto nessuno. È arrivato in una società, ha sviluppato giocatori di talento, li ha venduti a cifre allucinanti. Sa fare tutto bene, sceglie i giocatori per il suo gioco, li allena, li trasformi. Prendete il primo gol che ci hanno fatto oggi: ma di che parliamo".