OBIETTIVI INTER - "Innanzitutto l’Inter è l’Inter, quello che è stato fatto sotto la mia gestione non è nulla di straordinario perché questa era una squadra abituata a vincere. Ha passato un periodo di buio e sofferenza, per questo quando abbiamo riconquistato insieme il primo scudetto è come se in quello ce ne fossero stati altri tre e quando a maggio abbiamo vinto ancora, portando la seconda stella, è come se questo nuovo scudetto ne contenesse dieci. Ora l’Inter è ritornata a essere l’Inter che è sempre stata nella storia, l’obiettivo è puntare in alto. Un sogno è quello di regalarci la Champions. Alzare l’asticella non è un atto di presunzione, ma di orgoglio e consapevolezza. Dobbiamo provarci, l’importante è non avere rimpianti".
LUKAKU - "Delusione? Non lo definirei così. L’episodio Lukaku ha rappresentato poco rispetto a tutte le emozioni positive e all’adrenalina che si sono vissute in questi anni. A Lukaku dobbiamo tutti noi un ringraziamento per quello che ha fatto, si è sempre impegnato e ha sempre fatto bene. Ricordiamolo per questo: per le cose belle, non per quelle brutte. E poi non dimentichiamoci che ha rappresentato l’operazione più strana, particolare e positiva per l’Inter nella sua storia. Lo abbiamo valorizzato in una maniera incredibile e questo ha dato poi dei riscontri importanti dal punto di vista economico per costruire la conquista della seconda stella. Con lui abbiamo vinto lo scudetto e rimane nella storia dell’Inter".
STADIO - "Ci manca una casa. Oggi abbiamo San Siro che condividiamo con un’altra squadra, ma uno spazio tutto nostro rafforzerebbe quel grande senso di appartenenza che è caratteristica importante nella vita di una società di calcio. Stiamo facendo di tutto per realizzare questo sogno che è nostro come dei tifosi. Combattiamo con la burocrazia italiana che dilata i tempi. Una cittadella sarebbe una bella cosa. Purtroppo non è facile da realizzare, ma almeno uno stadio sarebbe indispensabile. Per il progetto di Rozzano ragioniamo su 70 mila posti".
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