sosfanta news Inter, i segnali dall’amichevole: riecco il vero Thuram, due i meno in palla degli altri

news formazioni

Inter, i segnali dall’amichevole: riecco il vero Thuram, due i meno in palla degli altri

Inter, i segnali dall’amichevole: riecco il vero Thuram, due i meno in palla degli altri - immagine 1
Vittoria ieri sera nell’ultima amichevole precampionato per l’Inter di Cristian Chivu: 2-0 dei nerazzurri targato Dimarco-Thuram. Tutte le indicazioni secondo La Gazzetta dello Sport: “L’ennesima amichevole vinta ieri a Bari,...
Marco Astori

Vittoria ieri sera nell'ultima amichevole precampionato per l'Inter di Cristian Chivu: 2-0 dei nerazzurri targato Dimarco-Thuram. Tutte le indicazioni secondo La Gazzetta dello Sport: "L’ennesima amichevole vinta ieri a Bari, la quarta e ultima prima del debutto, stavolta contro un Olympiacos tendente senza una ragione alla rissa, è la conferma che il reparto nerazzurro è il più pronto di tutta la squadra: alla ThuLa che sembra riconnessa davvero, si è aggiunta infatti la forza prorompente dei giovani terribili di Chivu, Pio e Bonny. Ieri, però, è soprattutto tornato al suo standard quello che più aveva sofferto tra la fine dolorosa della passata stagione e l’inizio faticosissimo di questa: Thuram aveva patito le scorie del precedente infortunio, un po’ pure le polemiche del Mondiale americano e le parole arroventate di Lautaro, poi una volta ad Appiano ha trovato nuovi metodi di allenamento e preparazione da marine a cui non era abituato nel suo biennio precedente. Serviva tempo per sciogliersi e così ieri Marcus ha semplicemente fatto il Thuram: ha imbucato la palla da cui è nato l’1-0 di Dimarco (non preoccupa la contusione alla coscia che ha costretto l’esterno mancino a uscire) e poi ha spinto in porta lui stesso la palla del 2-0, alla fine di una azione che aveva innescato smarcando Dumfries. Vista anche la vena di Lautaro, decisamente tonico già prima di questo ottimo test con i greci, ecco che la ThuLa sembra essersi riaccesa al momento giusto: tra otto giorni esatti a San Siro arriva il Toro di Baroni, urge immediatamente mostrare la faccia migliore. E, se non bastasse, alle spalle dei titolari, soffia forte il vento della gioventù: i nerazzurri della Puglia hanno riempito di amore la squadra di Chivu, ma hanno alzato i decibel in quella parte finale giocata con Pio assieme a Bonny. Lì dove il francese ha cercato sempre la giocata, anche a costo di esagerare, il più giovane degli Esposito ha ricordato di avere solo la porta nel chip di memoria: agisce come gli attaccanti più autentici, difende ogni palla come fosse l’ultima, e pazienza se al debutto non ci sarà.

Il resto lo ha mostrato Chivu, con una tendenza tattica forse meno “estrema” rispetto alle ultime partite: non certo un passo indietro, ma un intelligente adattarsi alle circostanze. Alcuni movimenti in avanti non sono ancora digeriti per intero e forse (per ora) non ci sono a centrocampo gli uomini per sostenere un pressing troppo alto: anche per questo, pensando al campionato, la squadra ha evitato anche la minima infilata contro una squadra che gioca la Champions, rischiando zero dentro all’eterno 3-5-2. È un modulo conservativo solo in apparenza, anche perché, in attesa di raccogliere i frutti dal mercato, il tecnico romeno lo sta riempiendo di contenuti nuovi: i semi si vedono anche in una amichevole con sfumature leggermente diverse dalle altre. A sostenerlo, c’è la forma degli esterni, da Dimarco goleador a Dumfries, e il fatto che i giocatori più grossi e in là con gli anni abbiano superato la prima fase shock della preparazione: la gamba di Acerbi, Bastoni e Pavard, ma pure quella di Mkhitaryan sembravano tutte “liberate”. Segno dei tempi Semmai, il problema dell’allenatore è trovare qualcuno a cui dare le chiavi della macchina in vista del 25: la prova generale è stata l’occasione di provare una squadra per il debutto privata di Calha, squalificato. Il suo posto per un tempo è stato occupato dal rampante Sucic, utile soprattutto in fase difensiva: il croato è un coltellino da usare su diverse superfici, mostra margini di crescita e lampi di personalità diffusa, ma per fare pienamente il regista deve forse lavorare ancora. A inizio secondo tempo Chivu ha, poi, rimesso in mezzo un Barella frizzantino, per poi azzardare anche Zielinski: il polacco, tornato finalmente assieme a Bisseck, è sembrato il meno in palla in un ruolo così strategico".