FUTURO - “Quanto è passato da quando mi sono ritirato? 3-4 mesi? Ho una libertà totalmente differente. Sto facendo cose per me stesso. Non ho un boss che mi dice cosa fare o cosa seguire. Sto prendendo tempo per capire cosa voglio fare. ci sono più offerte ore che quando giocavo. Se entro in qualcosa voglio fare la differenza, essendo me stesso. Non voglio entrare in una situazione come simbolo. Entro, inizio da zero e faccio quello che riesco a fare. Poi ovvio, c'è anche la tua immagine da personaggio. Vediamo cosa succede, qualcosa succede. Ho avuto qualche meeting col Milan. Il boss, l'altro boss. Parliamo. Vediamo dove si arriva. È il momento di conoscerci. Poi se uno può portare qualcosa fa effetto, se non può portarlo non fa effetto. Se mi danno il contratto per continuare a giocare fa effetto. Scherzo (ride, ndr). Vediamo“.
LUKAKU - “Mi dispiace non esserci incontrati altre volte, molto. Lo conosco, ho giocato un anno con lui. Non era così come quando è successa quella situaizone. Non mi aspettavo quell'atteggiamento, lo conosco da Manchester. In Italia ti fanno diventare qualcosa che non sei, colpa vostra, dei giornalisti. Lo avete fatto sentire qualcosa che non è, allora forse lui si sente re di Milano e del campionato. Ma stava facendo bene, ma lì non ho capito. Lui fa le cose per la sua squadra, ma non era da lui. Lui non è un ragazzo cattivo, ma è successa questa cosa. Poi ho detto: "Se giochiamo un'altra partita vediamo che succede". Non è personale. Mi ha sorpreso, quello che lui ha fatto non è da lui. Quello che ho fatto io sì (ride, ndr)".
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