KEAN - "Dominante? Lo è sì. Sa trascinare, non ha bisogno di tante occasioni per fare gol ed è un vantaggio che aiuta la squadra: con uno così stanno più tranquilli tutti...".
INTER - "Squadra di top player, come oggi. Mi rimase impressa la mentalità vincente, il pensiero unico per la vittoria: anche dopo una brutta partita, ma l’importante era tornare dentro lo spogliatoio col risultato. Per aver vissuto un ambiente così 18 mesi, beh, sono veramente grato. Rimpianti? Non ne ho: alla fine c’è stato un Dimarco che quando sono arrivato è esploso. Va accettato".
CHAMPIONS - "Ho avuto la fortuna di poterla giocare, alza il livello. Ma ora sarebbe sbagliato parlarne: se fissi un obiettivo così importante, magari realistico se lavori con umiltà e compattezza, passi dalla voglia di vincere all’obbligo. E c’è differenza: le pressioni sono diverse. Ora bisogna godersi solo il momento".
SPOGLIATOIO - "Siamo una squadra in cui si scherza: seri in campo ma fuori non siamo presuntuosi. Qualcuno ha detto che il più serio sono io (sorride, ndr) o che lo sono troppo. Ne ho parlato con un magazziniere che mi ha confessato, ridendoci insieme, che prima di conoscermi aveva detto che “con uno come me non si scherzerà mai”. Forse è perché in campo sono molto serio, anche in allenamento, magari a volte esagero ma lo faccio per la squadra".
PALLADINO - "Di saper variare, infatti abbiamo cambiato diversi moduli: evidentemente c’è un valore nella squadra se ci riusciamo. Si affida tanto ai giocatori che danno sicurezza, affidabilità. Mi ha chiesto di essere uno che alza anche la voce, che dà una mano ai giovani, di mettere quel che sono capace di fare. Di essere Robin".
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