Nell’occhio del ciclone dopo l’eliminazione del Milan dalla Champions League c’è inevitabilmente Theo Hernandez, che con il suo rosso ha praticamente condannato i rossoneri ieri contro il Feyenoord. E la sua esperienza in...
Nell'occhio del ciclone dopo l'eliminazione del Milan dalla Champions League c'è inevitabilmente Theo Hernandez, che con il suo rosso ha praticamente condannato i rossoneri ieri contro il Feyenoord. E la sua esperienza in rossonero, spiega La Gazzetta dello Sport, sembra ormai giunta alla fine: "Nessuno gli si avvicina per un gesto di conforto: Theo scende le scalette del prato di San Siro e resta negli spogliatoi. Un attaccamento alla partita che non aveva mostrato prima e pochissimo in tutte le ultime settimane: svogliato, svagato, più propenso a un passaggio indietro che a uno sprint in avanti. Al di là della fotografia di ieri, la galleria degli orrori stagionali è lunga: gli errori alla prima partita contro il Parma, dopo che all’esordio del campionato era rimasto in panchina; la ribellione al cooling-break nello stadio della Lazio dove, per punizione, aveva iniziato tra le riserve. Poi ancora il primo cartellino rosso stagionale a Firenze, oltre il 90’: le proteste da capitano gli costano due turni di squalifica. Torna in tempo per gli errori nella trasferta con il Cagliari. In mezzo le chiacchiere sulla vita personale sregolata: Fonseca lo esclude anche contro Genoa e Verona a fine 2024 e solo un colloquio chiarificatore gli riconsegna un posto da titolare nell’ultima partita dell’anno contro la Roma, quella che poi segnerà l’esonero dell’allenatore.
Conceiçao gli toglie la fascia da capitano, ma non la maglia: Hernandez resta il padrone della sinistra, ma senza che Theo dimostri autorità e dominio sugli avversari. Al contrario è dominato: per arrivare all’attualità, è pessimo nella gara d’andata e folle in quella di ritorno. Gli ultimi strafalcioni sono costati la Champions. La società pensa a una multa: una scelta possibile, se non probabile, con cui punire la simulazione da rosso. Il dubbio ora è: come riproporre Theo in campionato? Il Milan tornerà in campo sabato in casa del Torino. Hernandez non ha una vera alternativa in rosa: il giovane Bartesaghi non può farsi carico della rincorsa alle prime posizioni della classifica. Terracciano è un terzino adattato, Jimenez un destro che può giocare a sinistra: tra tutte le opzioni forse la più credibile da proporre. A sorpresa però Conceiçao lo assolve: «Conosco Theo da tanto e so che può fare molto di più, e lo stesso il suo allenatore. La faccia di questa eliminazione è quella di Conceiçao, la mia, non quella di Theo. Lui al Milan ha dato tanto». Qui l’allenatore parla al passato, non al presente. Certamente non al futuro: difficile che Hernandez resti nel gruppo della prossima stagione. Ha un contratto in scadenza nel 2026 con una trattativa per il rinnovo in atto, senza però che sia mai entrata nella fase della definizione. Difficile anche attrarre investitori: nell’ultimo mercato invernale l’unica proposta concreta era arrivata dal Como. Oltre sette milioni netti al giocatore, una cinquantina al club: il no è stato di Theo, non della società. Che ora aspetta solo nuove offerte. La storia tra Hernandez e il Milan può di fatto essersi conclusa qui, in una fredda serata di febbraio".