Le ricerche della Procura federale hanno dato i loro frutti. Giuseppe Chinè ha ora in mano l’audio che conferma la bestemmia di Lautaro Martinez al termine della sfida dell’Allianz tra Juve e Inter. Lo sottolinea oggi La Gazzetta dello Sport,...
Le ricerche della Procura federale hanno dato i loro frutti. Giuseppe Chinè ha ora in mano l’audio che conferma la bestemmia di Lautaro Martinez al termine della sfida dell’Allianz tra Juve e Inter. Lo sottolinea oggi La Gazzetta dello Sport, che fa chiarezza sulla situazione. "Questo non cambia nulla nella formazione che Inzaghi manderà in campo contro il Napoli: i tempi sono infatti più lunghi e in caso di patteggiamento non ci sarà squalifica. Vediamo perché.
Se il Giudice sportivo non era potuto intervenire perché la mancanza di sonoro non dava la certezza della frase blasfema, con l’apertura di un fascicolo da parte della Procura federale i contorni del procedimento sono nettamente cambiati. I tempi per finire, eventualmente, davanti al Tribunale federale nazionale (TFN) sono infatti più lunghi. Chinè per la sua indagine ha chiesto a Dazn tutte le immagini registrate durante l’episodio e alla fine l’audio incriminato è stato trovato e conferma la bestemmia.
Lautaro adesso ha una settimana per decidere che cosa fare: considerando che un deferimento con la prova raccolta è ormai certo, l’argentino si trova a scegliere se patteggiare e dimezzare la sanzione o andare a giudizio davanti al TFN. In ballo c’è una giornata di squalifica, con il patteggiamento verrebbe punito con una multa ed è dunque molto probabile che l’intenzione sua e dell’Inter sia questa. Certo, il suo «Non ho mai bestemmiato, mai. Io cerco di insegnare il rispetto anche ai miei figli, questa accusa mi ha dato tantissimo fastidio» resta nella memoria di molti. E stride.
Ma perché Lautaro può patteggiare? Lo spiega anche Tuttosport nel dettaglio. “Come accaduto in altre circostanze, dunque, si andrà verso un patteggiamento con Lautaro Martinez e l’Inter (per responsabilità oggettiva essendo l’argentino tesserato col club nerazzurro) che alla fine pagheranno un’ammenda, solitamente stimabile rispettivamente in 10 e 5mila euro (è possibile che la comunicazione ufficiali dell'accordo fra le parti arrivi fra alcune settimane). Dunque, la velocità con cui si è giunti a trovare l’audio incriminato in questo caso ha fatto la differenza. Se le tv avessero trasmesso subito l’audio - le immagini con il labiale della presunta bestemmia avevano fatto il giro dei social nelle ore successive al match -, il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea avrebbe potuto squalificare l’argentino già nel comunicato ufficiale n.170 del 18 febbraio, invece non fu richiesto neanche un supplemento di indagini perché allora non arrivò nessuna segnalazione dalla Procura federale. Chiné e i suoi collaboratori si sono mossi qualche giorno dopo aprendo un fascicolo e tutti i video sono approdati sul tavolo del Procuratore federale solo all’inizio di questa settimana”, si legge.