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Gasperini: “Ecco come andò tra Carnesecchi e Musso, ero preoccupato! Alla fine decisero…”

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Il tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini ha partecipato come relatore all'assemblea aperta del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo. Queste le sue parole, riportate da TuttoAtalanta.
Tommaso Lerro

Il tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini ha partecipato come relatore all'assemblea aperta del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo. Queste le sue parole, riportate da TuttoAtalanta.

CARNESECCHI-MUSSO - "Avevo chiesto esplicitamente al club di cedere uno dei due portieri per evitare potenziali tensioni interne, ma nessuno ha lasciato Bergamo. Ero preoccupato dalla presenza di due titolari così forti e competitivi, un po’ come se in una delle vostre imprese si trovassero contemporaneamente due amministratori delegati. Ma alla fine, la soluzione è arrivata proprio da loro. Musso ha deciso di accettare serenamente il ruolo di portiere nelle competizioni europee, mentre Carnesecchi, che stava emergendo prepotentemente, ha giocato prevalentemente in campionato. Il merito non è mio, ma della maturità dei ragazzi e soprattutto delle loro compagne, grazie alle quali Juan e Marco sono diventati grandi amici fuori dal campo".


SETTORI GIOVANILI - "Qui a Bergamo si punta soprattutto alla valorizzazione dei calciatori. Certo, vincere è importante, ma il vero successo è quello di formare e far crescere talenti. Ho trascorso molti anni nei settori giovanili, e spesso ci si focalizza troppo sui risultati immediati, causando danni enormi alla crescita sportiva dei ragazzi. È un errore scegliere solo in base a caratteristiche fisiche, trascurando talento e creatività".

MODELLO BARCELLONA - "Li abbiamo affrontati in Champions League e ho visto una squadra piena di giovani tecnicamente dotati, che rispecchiano perfettamente le caratteristiche fisiche e tecniche della loro cultura mediterranea. Non hanno bisogno di giocatori alti due metri, puntano sulla qualità tecnica e sull’identità".

SQUADRA - "In carriera ho incontrato giocatori con talento cristallino ma incapaci di mettersi al servizio della squadra. La vera differenza la fa chi riesce a integrarsi in un contesto armonioso. Anche la migliore delle strategie, senza spirito di gruppo, non porta risultati".