SCUDETTO - “Se ci puntiamo? Certo, siamo il Milan. Il Milan deve giocare ogni anno per lo scudetto. Lasciateci un po’ di tempo per lavorare e poi vedremo più avanti dove saremo”.
FONSECA - “Cosa chiede? Equilibrio, di fare da tramite tra difesa e attacco, di essere il primo a impostare il gioco e il primo a difendere, occupando gli spazi lasciati dai compagni, essendo una squadra che si muove molto. Io sono quello che si muove di meno, colmando i vuoti, da giocatore nell’ombra. Mi sto abituando, mi piace perché mi permette di migliorare”.
IBRA - “Fin da subito mi ha spiegato il progetto e l’importanza del Milan per lui e la Serie A. Ci tiene molto al nuovo corso. È molto presente e positivo. Prima delle partite ci dà sempre un paio di consigli. Ci trasmette fiducia”.
COLPITO DA… - “In realtà mi aspettavo questa qualità. Alcuni li conoscevo dall’Europeo, come Reijnders o Leao”.
PASSATO A CONSEGNARE PIZZE - “Mi è servito per imparare rigore e disciplina nel lavoro e guadagnare i miei primi soldi. Adesso lascio sempre la mancia ai rider: so che è importante. A Milano ho mangiato tante buone pizze, ma non esco molto, preferisco stare a casa e guardare film”.
MODELLI - “Yaya Touré, oppure Ndombele al Lione. In genere giocatori che decidono il gioco e sanno quando fare il passaggio o tenere palla”.
REAL - “È stata una bella vittoria contro un club assolutamente prestigioso, fa piacere, dà fiducia, ma restano tre punti. Siamo il Milan e vogliamo andare il più lontano possibile in ogni competizione”.
DERBY - “Maignan e Theo Hernandez me ne avevano parlato davvero molto, non vedevo l’ora di esserci. E dopo quello che è successo all’andata non vedo l’ora di essere in campo per giocare il ritorno”.
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