FAMIGLIA - "Papà ci ha lasciati liberi. Ama il pallone, lo vive. Ma non sottovalutate il vero motore, mamma Flavia. Ha fatto tutto e farà diplomare pure me. La nostra famiglia è bella e la sua parmigiana di melanzane è imbattibile".
TIFO PER L'INTER - "È inevitabile. Ci siamo cresciuti e ho imparato a fare la fase difensiva grazie a Tiziano Polenghi. Poi c’è stato Antonio Conte".
ESPERIENZE - "Ho un carattere fumantino, al Basilea litigai con l’allenatore svizzero, ma poi hanno cacciato lui. All’Anderlecht ho fatto sei mesi, Bruxelles è carina. Sono club organizzati. Per colpa del carattere non mi valorizzavano, l’ho pagato a caro prezzo. Sono permaloso, a volte scontroso, ma sicuro di me stesso. Ma da lì ho avuto la forza di ripartire. Prima Bari e poi Samp. Ho preso il procuratore Giuffredi. E Polito, Andrea Mancini e Pirlo mi hanno dato fiducia".
COLOMBO - "Non ha mai vinto un derby contro di me, io segnavo sempre lui no... Dall’Under 14. Lo sfotto e ci divertiamo, usciamo insieme a Empoli dove vivo con la mia ragazza, Elena, di Genova".
I FRATELLI - "Siamo molto uniti. Salvatore è il più maturo, Pio è bravo, ma non è forte quanto me...".
LUKAKU - "Lo sento. Poco fa ero a San Giorgio a Cremano e c’era una sua statua enorme. L’ho chiamato. Per sfotterlo naturalmente".
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