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DT Udinese: “Capocciata a Zaniolo? Cosa gli ho detto, vi spiego. Lucca da Nazionale”

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Group Technical director dell’Udinese, Gianluca Nani, è tornato a parlare del fantasista preso dai bianconeri, Nicolò Zaniolo, spiegando la battuta diventata virale sulla ‘capocciata’ che gli avrebbe dato se non si fosse...
Daniele Najjar

Group Technical director dell'Udinese, Gianluca Nani, è tornato a parlare del fantasista preso dai bianconeri, Nicolò Zaniolo, spiegando la battuta diventata virale sulla 'capocciata' che gli avrebbe dato se non si fosse comportato bene. Il dirigente è intervenuto nel corso del Palermo Football Meeting a “La Braciera in Villa”, evento organizzato da Conference403 con il patrocinio dell’ARS e del Comune di Palermo. Queste le sue dichiarazioni raccolte da TMW.

ZANIOLO - "È stato molto complicato prenderlo: tre ore prima il presidente del Galatasaray ha chiamato Zaniolo e gli ha detto che non si sarebbe mosso. Siamo stati bravi, tutti quanti insieme. Io lo considero un grande giocatore, può fare tantissimo e sono sicuro che tornerà in Nazionale, anche a livelli importanti. Per noi è importante anche la sua mentalità e il suo approccio. Si è proposto benissimo e sta riprendendo la forma".


CAPOCCIATA A ZANIOLO - "La battuta? Gli ho detto: 'Se ti comporti male, Il direttore ti fa una multa, il mister ti mette fuori rosa, io vengo sotto casa tua e ti do una capocciata (ride, ndr)'. Scherzi a parte, siamo convinti che farà benissimo".

LUCCA - "Il Napoli ha fatto un buon acquisto, è un calciatore che può fare una grande carriera. Spero sia il prossimo centravanti della Nazionale".

INGHILTERRA - "Andai a lavorare in Inghilterra, al West Ham, senza sapere l'inglese. Questo, grazie al lavoro che avevo fatto a Brescia. Conoscevo dodici frasi, risposi la stessa cosa due volte alla presentazione dopo aver esplicitamente chiesto di fare la conferenza in inglese. Finì con una risata generale, dissi ai giornalisti che il mio inglese era comunque meglio del loro italiano".

DOPPIO MERCATO UDINESE-WATFORD - "L'estate è stata molto stancante e gratificante: due mercati propositivi e positivi. Questo è possibile quando hai grandi collaboratori, elemento di partenza per me. Da soli non siamo nulla".

GUARDIOLA AL BRESCIA - "Dissi a Mazzone che potevamo prendere Guardiola dal Barcellona. Mi chiese di pensarci un po', non era convinto. Dopo una lunga attesa e varie telefonate di Guardiola stesso, il presidente mi disse di portarlo. Ricordo la prima riunione: Mazzone disse a Guardiola che non lo voleva, poi naturalmente si spiegò e disse alla squadra di accoglierlo come si accoglie il capitano del Barcellona, ovvero con un lungo applauso".

PREMIO ALLA CARRIERA - "Quando avevo 26 anni, non potendo più giocare per via di un infortunio, iniziai con una squadra di amici, la Valle del Turano, dalla categoria più bassa e mi ricordo che parlando negli spogliatoi gli dessi seriamente che volevo arrivare in champions league e quando mi risposero argomentandomi se ero pazzo, gli dissi che non si potevano fare cose grandi senza sognare in grande…

Mi vennero poi a trovare tutti insieme dopo 15 anni quando ero al West ham, ricordandomi quella frase e portandomi la maglia della squadra del tempo autografata da tutti loro. È la maglia a cui tengo di più. Se ho fatto la Champions? Con il West Ham no ma ci sono arrivato anni dopo con l’Al Jazira. Era asiatica ma io nella promessa non avevo specificato di quale Champions si trattasse (ride, ndr). Una dedica per il premio? Ai miei genitori che non ci sono più. E ai miei collaboratori".