SUPERGA - "Bella sensazione, ho capito ancora meglio il vecchio cuore granata e il valore che danno i tifosi a questa tragedia. C'era un calciatore, Castigliano, che si chiama come me (Eusebio, ndr). Anche la basilica è bella. La società ci teneva onorare il Grande Torino".
ZERBIN - "Dove è andato, ha giocato con poca continuità. Qui la sta trovando grazie al suo modo di stare in campo, ha trovato anche un gruppo di lavoro tra staff e compagni che lo valorizzano. Ha fatto gol, ha avuto occasioni, è mancato un po' il guizzo".
RIGORE - "Ognuno ha una sua opinione. Faccio fatica a capire quando è rigore. La distanza fa la differenza, può avere il braccio un pochino più largo ma fa di tutto per non prenderla. Il braccio di Pavlovic non era rigore e questo sì. Sono un pochino stufo, tornano tutti a noi questi episodi. Gli episodi sono importanti perché ce ne è uno dietro l'altro. Nel primo tempo abbiamo fatto bene ma sono arrabbiato con i miei perché non abbiamo continuato. Potevamo portare a casa un risultato importante soffrendo nella ripesa. Fa rabbia perché gli episodi fanno le partite. Purtoppo ultimamente sono tutti contrati al Venezia e questo non mi sta più bene. Quello che fa la differenza è la distanza. Non ha le mani aperte o è incongruo. Ritengo che sia troppo. Tanto sentiremo tutti dire che era giusto, hanno sempre ragione loro. Chi lo prende in quel posto sono il Venezia e il sottoscritto".
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