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Di Francesco: “Lo prendiamo sempre in quel posto: quando è rigore? Oristanio e Zerbin…”

Guglielmo Cannavale
Eusebio Di Francesco, allenatore del Venezia, ha parlato a Sky, Dazn e in conferenza stampa dopo il pareggio contro il Torino, come riporta Tmw.

Eusebio Di Francesco, allenatore del Venezia, ha parlato a Sky, Dazn e in conferenza stampa dopo il pareggio contro il Torino, come riporta Tmw.

EPISODI - "Gli episodi, ancora una volta, sono stati sfavorevoli - sempre nella stessa direzione, ed è la nostra. Idzes dove dovrebbe mettere le mani? Avevamo detto che i 'rigorini' non si danno, e invece questi vengono assegnati. Viene designato un arbitro internazionale come Sozza, ma la gestione della partita è stata completamente da rivedere. E alla fine chi ci rimette? Sempre noi, sempre io. E sinceramente, sono stufo. Sono stanco di dover venire qui a giustificare un secondo tempo oggettivamente non all’altezza del primo. Ma allo stesso tempo non si può decidere la stagione di una squadra che si sta giocando tutto con questa superficialità. Faccio davvero fatica a capire cosa sia rigore e cosa no. Io così non ci sto. Ovviamente abbiamo i nostri difetti, e se sbagliamo noi me ne prendo la responsabilità. Ma fatemi sbagliare io, non accetto che sia deciso da altro. Al di là dei nostri limiti, per quello che abbiamo messo in campo nel girone di ritorno, non abbiamo raccolto quanto avremmo meritato. Più riguardo quel rigore, più mi sale la rabbia: faccio davvero fatica ad accettarlo. Il Torino ha alzato il ritmo nella ripresa, noi ci siamo abbassati e abbiamo palleggiato meno bene. Ma oggi, per i difensori, difendere dentro l’area è diventato quasi impossibile. Vanoli? Ci aveva fatto un po' preuccupare, ma alla fine si è rialzato subito e questo alla fine è più importante del risultato".

CAMBI - "L'unico che è entrato bene è Oristanio. Mi serviva maggiore freschezza, il Toro ci stava mettendo sotto e il cambio è stato sull'1-1. Cercavo maggiore brillantezza, abbiamo avuto qualche occasione dopo il loro pareggio ma siamo stati poco lucidi nelle scelte finali".

VANOLI - "Mi sono preoccupato, volevo accertarmi che fosse tutto a posto. C'è rapporto di stima, era doveroso: il primo pensiero è la salute dei giocatori e degli allenatori".


SUPERGA - "Bella sensazione, ho capito ancora meglio il vecchio cuore granata e il valore che danno i tifosi a questa tragedia. C'era un calciatore, Castigliano, che si chiama come me (Eusebio, ndr). Anche la basilica è bella. La società ci teneva onorare il Grande Torino".

ZERBIN - "Dove è andato, ha giocato con poca continuità. Qui la sta trovando grazie al suo modo di stare in campo, ha trovato anche un gruppo di lavoro tra staff e compagni che lo valorizzano. Ha fatto gol, ha avuto occasioni, è mancato un po' il guizzo".

RIGORE - "Ognuno ha una sua opinione. Faccio fatica a capire quando è rigore. La distanza fa la differenza, può avere il braccio un pochino più largo ma fa di tutto per non prenderla. Il braccio di Pavlovic non era rigore e questo sì. Sono un pochino stufo, tornano tutti a noi questi episodi. Gli episodi sono importanti perché ce ne è uno dietro l'altro. Nel primo tempo abbiamo fatto bene ma sono arrabbiato con i miei perché non abbiamo continuato. Potevamo portare a casa un risultato importante soffrendo nella ripesa. Fa rabbia perché gli episodi fanno le partite. Purtoppo ultimamente sono tutti contrati al Venezia e questo non mi sta più bene. Quello che fa la differenza è la distanza. Non ha le mani aperte o è incongruo. Ritengo che sia troppo. Tanto sentiremo tutti dire che era giusto, hanno sempre ragione loro. Chi lo prende in quel posto sono il Venezia e il sottoscritto".