SOTTOVALUTATO - "Forse è anche giusto così. Vengo dalla Serie B, questo è il mio primo anno in A. Devo continuare a lavorare per crescere e migliorare insieme ai miei compagni".
DOVE CRESCERE - "Credo nel recupero palla. Al momento l’obiettivo che mi pongo va in questa direzione»
SERIE A - "N on è stato un inizio facile per me. Cambia molto fare l’esterno d’attacco in Serie A rispetto alla B. La velocità prima di tutto, da un punto di vista fisico ma soprattutto di pensiero. Ma poi le cose sono cambiate... Svolta per il doppio infortunio dei centrali Sergi Roberto e Perrone? È andata così. È vero che è un po’ meno bello, ma il calcio è anche questo, a volte si deve prendere quello che si può e bisogna sempre stare sul pezzo e farsi trovare pronti per ogni piccola o grande occasione. Mai avrei pensato di poter giocare più basso. È stata un’intuizione di Fabregas, durante l’allenamento ha visto che anche da esterno mi piaceva andare “dentro”. Magari con un’altra squadra e un altro allenatore non avrebbe funzionato. Ma con il Como è andata bene. Forse era destino. La prima volta che ho giocato a centrocampo, a Genova, ho segnato il mio primo gol in Serie A. Comunque il mio istinto è attaccare. E mi piace calciare in porta…".
COMO - "È stata un’altra bella intuizione del direttore generale Ludi. Come di recente Paz e Diao, solo per citarne due. Qui c’è un progetto magnifico, dove i giovani possono giocare, prendere minuti, confidenza. Insomma crescere".
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