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Colpani: “Pupillo di Palladino? Non mi dà fastidio! Kean è fortissimo, Gosens e qui mi trovo bene”

Tommaso Lerro
Andrea Colpani, centrocampista della Fiorentina, ha raccontato la sua nuova vita a Firenze in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.

Andrea Colpani, centrocampista della Fiorentina, ha raccontato la sua nuova vita a Firenze in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.

FIRENZE - "Mi trovo bene, vado in centro a piedi in una città stupenda. Il Viola Park è unico. Più si va bene più la piazza si scalda e questo mi piace. Chiaro, torno meno a casa, vedo meno gli amici, ma i miei vengono a tutte le partite e si fermano a dormire".

GRUPPO - "Si tende a dire che funziona quando le cose vanno bene? Qui è davvero così. Arriviamo la mattina e non c'è voglia di tornare a casa, c'è la sala giochi. Il tennis da tavolo con Bove che sta raggiungendo i livelli di Donati al Monza. Cavalchiamo l'onda, ma stando con i piedi per terra. Abbiamo meno individualità, ma mentalità e unione. L'Inter è la più forte di tutte, il Napoli un'insidia, come l'Atalanta di Gasperini che può essere la più tosta rivale dei nerazzurri".

TANTI ITALIANI IN SQUADRA - "Se è un vantaggio? È importante. Mi ricorda un po' il Monza in cui ho giocato. Ma gli stranieri sono tutti bravi e qui non c'è un solo calciatore altezzoso".


PUPILLO DI PALLADINO - "Se mi dà fastidio? Non mi pesa, anzi è un motivo per dare il 110% per lui e la Fiorentina. Il mister vive per questo, ha una fame incredibile, vuole allenare e vincere. Mi ha trasformato a Monza. Facevo la mezzala, Palladino mi ha portato più vicino alla porta, mi lascia libero di tentare la giocata e mi aiuta in difesa, perché prima di tutto non dobbiamo prendere gol. Quando ha saputo di venire a Firenze, mi ha chiesto se mi facesse piacere... Gli ho detto 'mister, ha carta bianca'. Non smetterò mai di ringraziarlo".

MONZA - "Se sentivo la necessità di cambiare? Monza è casa tuttora. Ho abitato lì. Quattro anni stupendi. Ma era giusto fare il salto in più, trovare uno stimolo diverso, poter giocare le coppe. È il passo giusto".

CONFERENCE LEAGUE - "Non vedo l'ora di esordire in una partita europea. Ma capisco la situazione: in rosa siamo 25 giocatori, tutti forti...".

TECNICA - "Dove ho imparato? Sono nato col pallone: la svolta c'è stata con Mino Favini, all'Atalanta. Dagli 8 ai 16 anni facevo due ore di tecnica e la partitina. Mi piace il dribbling e il tiro col sinistro. Il tifoso viene allo stadio per divertirsi. E Palladino ci dice di puntare l'uomo".

KEAN - "Lo dicono i numeri, non io. È fortissimo. E qui ha trovato l'ambiente giusto in tutti i sensi. Grazie a lui se siamo a un punto dal Napoli? Grazie a tante cose: l'equilibrio, il modulo che funziona, soprattutto grazie alla mentalità che prevale sulla tattica. Abbiamo trovato la quadra. Cerchiamo di non prendere gol e l'occasione prima o poi arriva".

VIVERE CON IL GRUPPO - "Sta andando bene. Stanno nascendo delle amicizie. In questa settimana di vacanza sono andato a Dubai e mi sono trovato con Adli e Sottil. L'amicizia tra calciatori esiste. A Monza con Machin, Ciurria, Bettella, Pirola e Mancuso eravamo legatissimi. A Dubai sono andato con Giulia, la mia ragazza da otto anni. Ne ha uno in meno di me, è del Bresciano. Ha capito come prendermi. lo sono tranquillo, non ho tentazioni, ma non è facile stare con un calciatore. Vive la pressione della partita. Quando perdo io rosico e non rido, se va male sono arrabbiato".

GOSENS - "Il Gosens psicologo? Non ci ho ancora parlato di questo. Ma l'ansia la vivi, anche se fai quello che sognavi da bambino".