ELOGI DI CANNAVARO - "Se lo dice uno dei miei miti, non posso che esserne orgoglioso: da bambino vedevo lui, Nesta e Maldini come si muovevano in campo e provavo poi a imitarli. Mi ispiro a loro anche adesso. Vero, cerco di stare 'attento'. Il difensore deve essere pessimista nella marcatura, pensare che il suo avversario può fare delle cose strepitose ogni volta".
SQUADRA CAZZUTA - "È un Napoli che ha un grande spirito, dove ognuno si mette a disposizione dei compagni, si sacrifica per l'altro. E dove tutti hanno voglia di mettersi in gioco, in discussione. E non ce ne sta uno che non sia pronto a migliorarsi. Mi piace definirlo 'cazzuto', ovvero tenace, determinato. Ecco, non molliamo mai. Questo è il Napoli".
CONTE - "Sì, il primo incontro è stato per caso. Ma ricordo anche la data esatta. Era il 6 giugno. Il mio compleanno (ride, ndr). Io ero a festeggiare in un locale con gli amici e lui si avvicinò per parlarmi. Ne sono rimasto colpito subito. E da allora abbiamo iniziato a sentirci spesso per parlare del Napoli, a scambiarci messaggi. E non c'è voluto molto per capire che solo per il Napoli avrei potuto lasciare il Toro. Anche il presidente De Laurentiis mi ha subito fatto una grande impressione. Cos'ha di speciale? Il suo carisma, la sua duttilità. Riesce sempre a darti la carica, in qualsiasi circostanza, non sbaglia mai il momento, le parole. Poi ha qualità tecniche e tattiche che trasferisce ogni giorno in allenamento".
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