ITALIANO - "È stata difficile, ma è normale. Allenatore nuovo dopo un anno rimasto negli occhi e nella testa di tutti, cessioni importanti anche di amici, nuovi arrivi e concetti di gioco pure diversi. Ma anche Italiano è stato bravo: con passione e idee. Serviva tempo. E in più con quella splendida manifestazione, la Champions, in mezzo. Se è vero che Italiano parla molto? Moltissimo (sorride, ndr), a volte urla pure: non c’è mai il tasto stop. Ma a noi piace così. È giusto".
CHAMPIONS - "L’intensità da tenere. Quando, dopo aver giocato in Champions, ci siamo rimessi in campionato, abbiamo sempre tenuto un ritmo continuo, tosto. Poi a volte non sempre ti riesce tutto, ma se in A porti l’intensità della Champions hai più probabilità di vincere".
TORNARE IN EUROPA - "Perché siamo forti. Senza essere presuntuosi".
MERCATO - "Mio papà è il mio agente assieme a un’altra persona, a loro ho sempre detto: quando c’è qualcosa di concretissimo, parliamone. Sennò, niente. Ecco: non ne abbiamo mai parlato di mercato ma ripeto, io sono innamorato di Bologna, una città speciale, gente educata e tifosi passionali. Sarà che ho vissuto tante estati da piccolo a Riccione, lì abbiamo un appartamento: di questo territorio mi piace tutto".
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