SIMEONE - "Nel progetto iniziale pensavamo che non saremmo riusciti a prenderlo. Quando il Presidente mi ha parlato di questa opportunità, ho detto subito di prenderlo, perché è un giocatore che mi piace: ha energia e attacca continuamente la profondità. Ora spero di riportare tutti e tre gli attaccanti alla miglior condizione. Intanto di riavere Duvan almeno a un livello medio, perché gli manca ancora qualcosa. Con loro tre in forma possiamo avere un’altra soluzione, non giocare sempre allo stesso modo. In questo momento Giovanni ci dà quello che ci serve: la squadra ha tanta energia, lui ci aiuta molto nella prima pressione. Ha fatto una buona partita, sono contento che abbia trovato anche un gran gol. Ma non mi stupisce".
MIGLIORAMENTI - "Mi sono arrabbiato dopo la gara di Milano. A San Siro nel primo tempo abbiamo fatto due falli, tra primo e secondo tempo sei, mentre l’Inter ne ha fatti venti. Il Torino si è presentato lì e ha giocato una partita troppo pulita: abbiamo fatto 350 passaggi, ma con pochi contrasti, e quattro errori ce li siamo creati da soli. Se non vinci, impari: quella è stata una lezione dura, che ci ha riportato con i piedi per terra, me compreso. Siamo ripartiti lavorando molto sulle pressioni: una squadra che andava fuori senza portare pressione, nel calcio moderno non può funzionare. Dobbiamo essere capaci di aggredire nella metà campo avversaria, con le giuste distanze. Ora la squadra sta iniziando a farlo. Io non sono un cercatore di alibi: questa squadra con me oggi ha fatto 25 allenamenti. In conferenza pre-gara un giornalista mi ha detto che ero al centesimo giorno: ma se si conta dal primo contatto col Torino, non è la stessa cosa. Bisogna ricordarsi che il percorso di un allenatore non è immediato. Abbiamo giocatori che l’anno scorso hanno giocato poco o nulla: Simeone, ad esempio, l’ultima partita intera l’aveva fatta con il Napoli. C’è del lavoro da fare, a me il lavoro non spaventa. Non chiedo tempo, perché non ne abbiamo: quindi è inutile chiederlo".
PORTIERE - "È stato il primo giocatore di movimento? Oggi abbiamo cercato questa soluzione perché loro venivano avanti a portare pressione. Le squadre di Gasperini ti prendono uomo su uomo, quindi abbiamo provato a svuotarli dentro e ad allungarli un po’. È una soluzione che, piano piano, spero di riuscire a mediare con il lavoro".
ASLLANI - "Sì, ma lui è un buon giocatore. Devo stimolarlo a fare il passo giusto, ma è un calciatore che ha voluto fortemente il Torino, nonostante tante altre richieste".
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