Lunga intervista di Dejan Stankovic a Il Secolo XIX, l’allenatore della Sampdoria ha parlato di diversi argomenti oltre a Caputo, Gabbiadini e il mercato. SPIRITO NUOVO – “Dobbiamo tenerlo fino alla fine del campionato. Ci...
Lunga intervista di DejanStankovic a Il Secolo XIX, l'allenatore della Sampdoria ha parlato di diversi argomenti .
SPIRITO NUOVO - "Dobbiamo tenerlo fino alla fine del campionato. Ci saranno vittorie, pareggi e sconfitte. Come la vedo io, quando vinceremo non dovremo credere di essere fortissimi, quando perderemo che è finito il mondo. Quanto più vicina sarà la linea tra la vittoria e la sconfitta e meglio staremo. Non c’è tempo di analizzare, fare tabelle. Dobbiamo essere pronti, avere certezze. Qualcuno in questo ritiro doveva dare delle risposte, non solo a me, ma soprattutto a se stesso. Se è pronto a resistere, a combattere con la pressione, con l’importanza del club e i suoi obiettivi. Se non ce la fa, lo dica. Io apprezzo ogni risposta, ma non chi cerca scuse".
NUOVE IDEE - "Quando sono arrivato mi sono trovato in un frullatore. Ma sono il primo a non cercare le scuse, mi assumo le mie colpe e mi prendo anche quelle di altri. In Turchia ho avuto il tempo necessario per lavorare. Tatticamente ho lavorato in base ai calciatori che ho, cercando di mettere ognuno nella migliore posizione, senza inventarmi niente e fargli perdere certezze. Un paio di adattamenti ci possono stare ma non di più".
CAMBI - "Certo ci sono anche quelli, non tanti, dai quali mi aspettavo di più anche in questo ritiro, una crescita che non c’è stata. Io non giudico, magari questo è il loro massimo o c’è qualche limite. E ho anche più esperienza. Non ripeterei certe parole dette dopo Torino e Lecce. Sono stato frainteso. A volte è meglio stare zitti e passare per idioti. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, soprattutto ai nostri tifosi. Vorrei trovare le parole giuste per non irritare nessuno e in questo momento di parole non ce ne sono. Abbiamo meritato fischi e critiche, ma abbiamo messo un punto sul passato. Adesso inizia un nuovo mini-campionato per noi, con una preparazione fatta bene in Turchia. Io darò una mano a tutti, ma le conferme le aspetto sul campo".
MODELLO - "Dobbiamo sapere soffrire di più, non mollare alla prima difficoltà. In questo ritiro ho visto qualcosa di diverso. Il primo tempo di Adana è stato il modello, tutti a soffrire nel bunker quando siamo attaccati e poi a divertirci quando la palla gira. Cercheremo di trovare l’equilibrio delle due fasi".