Quanto servirà ai giocatori per entrare in condizione, una volta che riprenderanno gli allenamenti? Per rispondere a questa domanda, il Corriere dello Sport ha intervistato Fabio Ripert, preparatore atletico della Lazio: ALLENAMENTI A CASA...
Quanto servirà ai giocatori per entrare in condizione, una volta che riprenderanno gli allenamenti? Per rispondere a questa domanda, il Corriere dello Sport ha intervistato Fabio Ripert, preparatore atletico della Lazio:
ALLENAMENTI A CASA - “La squadra si è allenata dall’1 al 7 marzo, poi sono stati disposti allenamenti casalinghi. Il tono muscolare non si perde, si può mantenere ad un buon livello. Si possono perdere l’accelerazione, la capacità di decelerare, l’elasticità nei cambi di direzione. Ma i muscoli, come dicevo, hanno memoria. Sono allo studio allenamenti atletici distanziati per svolgere quegli esercizi che a casa sono condizionati. Abbiamo distribuito delle schede di lavoro, programmi aerobici, di forza per arti inferiori e superiori, di core stability, riguardano il busto. E per chi era reduce da infortuni sono previsti lavori individuali specifici. Si può lavorare più volte al giorno, anche di sera. Abbiamo proposto vari tipi di allenamento, in tutto devono durare dai 60 ai 70 minuti. Gli allenamenti serali non sono casuali, i giocatori hanno la possibilità di allenarsi per un’ora di fila o più volte durante la giornata organizzando mini-sedute di breve durata, dai 20 ai 25 minuti. Gli allenamenti multipli possono essere svolti al mattino, appena svegli, nel primo pomeriggio, e di sera. Ogni volta che accendi il motore cardiocircolatorio spendi di più. L’indicazione fornita dai medici sportivi è di evitare lavori ad alta intensità, fare grossi sforzi può mettere a rischio le difese immunitarie. La chat di gruppo? Interagiamo tutti per valutare aspetti fisici e psicologici”.
RIPARTENZA - “All’inizio di marzo lo stop era stato calcolato come una sosta per le nazionali, poi le cose sono cambiate. L’obiettivo, aspettando le date, è mantenersi in forma fino al giorno fatidico. Sarebbe un po’ come organizzare il precampionato estivo, anche se leggermente allungato. L’anno scorso per noi la stagione si è conclusa il 26 maggio, la ripresa è avvenuta il 9 luglio, dopo 44 giorni di stop. Se ci si fermerà per più di due mesi le valutazioni cambieranno, non è mai successo. In generale in 2-3 settimane il corpo riesce a riadattarsi, a “carburare” di nuovo, e in 4-5 settimane si possono raggiungere buoni livelli di preparazione. Non si potrà programmare un nuovo ciclo di preparazione finché non ci sarà una data precisa. Ragionare su 12 partite è un conto, su un numero inferiore è un altro. Giocando ogni tre giorni, ipotesi al vaglio, sarebbe importante la modulazione dei carichi. Lo schema precampionato non è totalmente utilizzabile: quando esordisci a fine agosto hai una settimana di tempo per preparare le partite. Giocare ogni tre giorni, per circa 60 giorni, sarebbe diverso. Parlo con i ragazzi, di voglia di tornare in campo ce n’è tanta. Ora è giusto pensare alla salute di tutti. Ci faremo trovare pronti per quando potrà ricominciare questa fantastica avventura. Molti temono possa esserci una flessione mentale, non solo fisica. Basta guardare la classifica, è il miglior propellente”.