SUBITO UN ASSIST - “Quella sera fino all’ultimo non sapevo nemmeno che avrei giocato”.
GOL ALLA JUVE - “Io so solo che quel gol lo volevo a ogni costo. La sera prima un gruppo di tifosi venne da noi: ricordo benissimo di averli guardati, come ipnotizzato. Nei loro occhi avevano qualcosa di diverso. Ecco perché sono corso verso la Curva e mi sono battuto il pugno sul petto, sullo stemma della società: è stata la mia risposta a chi si è domandato a lungo se fossi davvero un calciatore da Serie A”.
OBIETTIVO PERSONALE - “Divertirmi, senza mettere limiti. Punto a dare il massimo, al di là di quanti gol possa effettivamente segnare”.
SCHIENA - “Ora sto molto bene, sono pronto”.
RUOLO - “Ora mi sento più esterno (ride, ndr). Avevo sempre giocato a due davanti, io ruotavo dietro la prima punta: in estate l’allenatore mi ha fatto cambiare e ora sull’esterno ho più spazio”.
CABRAL - “Arthur è forte, deve solo restare tranquillo. Quello che sta passando lui ora, l’ho vissuto anche io: deve sapere che tutti noi compagni siamo in campo per aiutarlo, ma dentro l’area, credetemi, è davvero forte”.
JOVIC - “A lui piace tornare indietro per giocare, Cabral è più bravo a riempire l’area di rigore”.
GONZALEZ - “Nico sta bene. È uno a cui piace scherzare e deve essere così: se si mette a fare il serio non è più Nico”.
GIOVANE SORPRESA - “Lorenzo Amatucci. Il primo giorno (5 dicembre, ndr) l’ho visto un po’ distrattamente, ma ho capito subito che è davvero forte”.
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