PASSIONE LIBRI - “E professore di storia. La sua frase classica, “chi osa vince”, l’abbiamo subito imparata a memoria. Io andavo bene a scuola, ho preso la maturità economico-sociale un anno prima. Preferivo le materie sociali e la storia, amo molto leggere. Quando guardo la quantità di libri che ho letto, mi chiedo come ho fatto. Preferiti? I gialli di Agatha Christie, mi piace l’ispettore Poirot. E poi la storia. Appena torno a casa, guardo i video di “Nota bene”, su personaggi e avvenimenti“.
INTELLIGENZA TATTICA - “Scherzi a parte, da bambino ero già difensore o mezzala, e forse avevo già la dote di pensare in anticipo le giocate. L’altra era l’orgoglio. Ricordo il mio primo gol in A, col Genoa: conosco il mio livello, le mie qualità. Avevo fatto un errore non da me, dovevo dimostrare di più”.
ELEGANZA IN CAMPO - “Colpa della mamma, mi ha insegnato a presentarmi bene. Mi piacciono la moda, lo stile, essere originale”.
APPRODO AL MILAN - “Ero in seconda squadra al Lione. Maldini e Massara, in videochiamata, mi dissero cose entusiastiche sul mio modo di giocare: poteva dirmele solo chi mi aveva osservato a lungo. Questo mi ha lusingato. Per quanto facessi finta di niente, era molto bello: mi dissero che il Milan mi avrebbe aspettato 2 mesi, 6 mesi, 1 anno, 1 anno e mezzo. Valevo solo 480mila euro? La cifra non mi ha mai condizionato, quei soldi non sono finiti nelle mie tasche e non sta a me dire se qualcuno ha fatto un colpo e qualcun altro un errore. Però sono orgoglioso di essermi dimostrato più forte di quanto la gente pensasse”.
MBAPPÉ - “Solo Milan in Italia? E chi non lo vorrebbe?”.
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