ERRORI - "Abbiamo perso i due attaccanti negli ultimi tre giorni, abbiamo provato altre soluzioni poi è normale che ci devi lavorare. Negli ultimi 20 metri servono giocate diverse rispetto a quando hai una punta centrale. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio e abbiamo costruito qualcosa. E' il mio rammarico, abbiamo commesso troppi errori tecnici, anche inspiegabili".
CONCENTRAZIONE - "Troppi gol presi nel finale? Oggi è stato un calcio piazzato, non credo che la squadra. L'abbiamo analizzata questa sensazioni e la mia ultima sensazione è che ci sono momenti in cui l'allenatore non conta più. Esce fuori la cattiveria. Anche oggi avremmo potuto gestire meglio alcune situazioni".
FRUSTRAZIONE - "E' un discorso più ampio. Quando sei a Torino, puoi fare un anno di rinascita come l'anno scorso e si vedevano le cose in un certo modo, ma poi non va più bene: senza niente togliere a Verona, dove accettano una situazione, a Torino non l'accettano e si crea frustrazione all'esterno. Il Toro deve valere di più, ma io guardo la realtà: so bene qual è e cosa abbiamo fatto, ora lo devo trasmettere. E' un lavoro difficile, nella vita bisogna porsi obiettivi realistici. Io posso solo lavorare con i ragazzi che danno sempre il massimo".
REAZIONE - "Vogliamo passare in coppa Italia martedì e riprendere la strada. Ci sono momenti positivi e altri in cui ci dobbiamo adattare, ma il campionato è appena iniziato e dobbiamo riprenderci subito".
MERCATO - "Non chiedo rinforzi. Ho preso due schiaffi e ho fatto due passi indietro. Io ho sempre litigato e lavorano, anche a Verona abbiamo fatto tanti litigi e abbiamo preso Amrabat cambiando la stagione. Su certe cose, però, non arrivo e io mi devo concentrare sulla squadra: questi ragazzi si allenano al top, ma dedico le mie energie sul campo".
ADDIO - "È vicino? Io non comando. Noi siamo il Toro: abbiamo fatto un primo anno strepitoso, per arrivare decimo e sarebbe uno scudetto devi avere entusiasmo. A Verona mi chiedevano perché non sei felice nonostante un nono posto, io volevo andare in Europa. A Torino non va bene il 12 o 13 posto, io mi sento una persona che non riesce a dare soddisfazioni. Non riesco a fare un passo. Io mi critico sempre, mi chiedo "Ivan, perché non batti l'Empoli?" e mi dico di fare qualcosa di più. Siamo tutti insieme, ma io non riesco a dare questa cosa qua".
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