Di proprietà del Napoli, a gennaio, salvo sorprese, vestirà finalmente la maglia azzurra dopo mesi di attesa e gol con il suo Chievo Verona. Roberto Inglese, punto fermo dello scacchiere di Maran, parla di sé e di quello che sarà i suo futuro...
Di proprietà del Napoli, a gennaio, salvo sorprese, vestirà finalmente la maglia azzurra dopo mesi di attesa e gol con il suo Chievo Verona. Roberto Inglese, punto fermo dello scacchiere di Maran, parla di sé e di quello che sarà i suo futuro in un'intervista a la Repubblica: "Cambio maglia? Sono di proprietà del Napoli, prima o poi andrò lì. Se succederà subito o a giugno, però, non lo so. Quando ho affrontato gli azzurri in campionato, non mi ha fatto alcun effetto particolare. Non ho ancora respirato l’aria di Napoli, non ho vissuto lo spogliatoio. E ho conosciuto solo Insigne, in Nazionale".
SUL RUOLO DEL CENTRAVANTI - "Ruolo finito? Sciocchezze. Le squadre più tecniche preferiscono uno più piccolo, rapido e bravo a giocare la palla. Le provinciali uno più fisico che tenga palla e faccia salire gli altri. Ma tutte devono avere un centravanti. In un’orchestra servono i violini e i contrabbassi. Il calcio è lo sport più democratico: grossi e piccoli sono ugualmente utili. Il guaio del mio ruolo è che si nutre di gloria e solitudine. La gloria dei gol, la solitudine quando stai lì ad attendere una palla, anche sporca, che non arriva. Contro la Spal per 70 minuti non ho toccato un pallone, poi ho fatto due gol e sono diventato un eroe per niente. Altre volte mi sbatto per gli altri, non segno, apro il giornale e trovo un brutto voto".