NICOLA - “Capitava spesso di incontrarci. Ho avuto la possibilità di conoscerlo meglio. Abbiamo parlato di un mare di argomenti, a partire dalla pandemia e da quello che stava capitando intorno a noi. Poi naturalmente abbiamo parlato tanto di calcio. È una persona aperta, intelligente. Davvero preparata”.
COVID - “Paura di ammalarmi? Sinceramente no. Sapere che per gente giovane come me, sportiva, i rischi e le complicazioni, nella maggior parte dei casi, non erano gli stessi di quelli per individui più avanti con l’età o con altri problemi, ha aiutato a non pensarci. Ho seguito tutte le indicazioni. Sono rimasto sereno, per quanto sereno si potesse essere”.
INFORTUNI - “L’interruzione è arrivata in un momento in cui stavo riprendendo. Ho sfruttato questo periodo per migliorare la forma fisica dopo gli infortuni alla caviglia e al quadricipite che mi avevano frenato negli ultimi mesi. Rispetto ai compagni il gap era grande. Ora l’ho colmato, sto bene e ho una voglia matta di tornare. Voglio fortissimamente aiutare il Genoa. Lo devo a presidente, società, mister, compagni. Mentalmente sono carico. Ho avuto due infortuni a inizio stagione. Se vado a vedere il passato, però, ho sempre disputato più di 30 partite all’anno. Gli infortuni fanno parte del gioco. L’importante è fare le cose con giudizio. Allenarsi, alimentarsi, riposare nel modo migliore”.
FUTURO - “Parlato del futuro? Non ancora, le priorità sono le 12 partite da giocare. Tutte le altre cose e le voci di mercato sono solo speculazioni. Non c’entrano un bel niente. Nel calcio tutto può cambiare in un attimo. Se sto bene, sono tranquillo. Se riesco a giocare al mio standard, posso dare molto. È quello che conta”.
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