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Gosens: “L’Inter si merita il vero Robin, qui sono felice. Ecco cosa mi è mancato finora”

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“Io voglio dimostrare ed essere quello che sono sempre stato: i tifosi e la società che ha sempre mostrato grande fiducia in me si meritano il vero Robin”. Inizia così l’intervista concessa da Robin Gosens, esterno...
Alessandro Cosattini

"Io voglio dimostrare ed essere quello che sono sempre stato: i tifosi e la società che ha sempre mostrato grande fiducia in me si meritano il vero Robin". Inizia così l'intervista concessa da Robin Gosens, esterno dell'Inter, ai microfoni di DAZN. Queste le sue dichiarazioni sul suo momento e sul suo futuro in nerazzurro, riportate da FcInter1908.it.

Sai quanto ti pagò l'Atalanta per comprarti?

"Mi pare una cifra sotto al milione, 700 mila euro. Questo fa capire la crescita che ho fatto: sono arrivato come sconosciuto e sono diventato un calciatore di livello".


L'Inter?

"La felicità è enorme perché sono in una delle squadre più forti al mondo: questo mi rende orgoglioso. Anche io ero un po' sorpreso, sono arrivato nel mio peggior momento con un grave infortunio, però c'è da dire che ho lottato tre anni per avere un'occasione del genere. Poi è andata a buon fine e sono contento".

Cos'è mancato per vedere il vero Gosens?

"Domanda difficile, anche io sto riflettendo tantissimo: anche io voglio sempre capire come funziona il mio corpo e perché non funziona come voglio io. E' stato un infortunio molto gravo, ho sottovalutato l'impatto sul mio corpo: non ho giocato per un anno. Sono mancate le partite, senza quelle non puoi avere mai il ritmo, la fiducia per essere quello che voglio: tutti vedono che sto arrivando, mi sento sempre meglio. Manca l'ultimo step, giocare con continuità, ma sto arrivando".

Inzaghi?

"Lui è una persona molto empatica, parla molto coi calciatori perché vuole sapere come stiamo anche fuori dal campo: si sente ancora un po' calciatore, capisce molto bene i giocatori. Questo è importante: se ho problemi fuori dal campo, posso andare nel suo ufficio e dirgli che non me la sento. Gestisce molto bene la squadra perché capisce".

Hai rifiutato dei club per l'Inter?

"Ho fatto bene all'Atalanta, quindi secondo delle squadre interessate: ma io ho sempre avuto in mente di tornare in Germania prima o poi o di restare in Italia. L'Inter è stata la scelta giusta al momento giusto".

Il tuo idolo da bambino?

"Alaba del Bayern perché mi ha impressionato sempre, fa tutti i ruoli e a livello altissimo".

Le persone che ringrazierai sempre?

"Ci sono tre o quattro persone: Gasperini, il mio primo allenatore in Olanda, mia moglie e mio papà".

Segni a Bergamo, esulti?

"No".

I momenti più belli di questi anni?

"Il primo gol con l'Atalanta in Europa League, poi la partita a Valencia che è stata una partita incredibile, un'emozione fortissima. Abbiamo scritto la storia, rimane per sempre".

Gasperini?

"Mi ha fatto crescere in maniera pazzesca, mi ha insegnato cose che non sapevo di poter fare: attaccare, difendere, inserimenti che prima non avevo mai fatto, ore di video per farmi capire. Posso solo ringraziarlo, senza di lui non avrei mai avuto l'occasione di venire in un club come l'Inter".

Dal gol di Barcellona può ripartire l'avventura di Gosens all'Inter?

"Speriamo: a livello personale è stato un momento emozionante perché non in tanti hanno la possibilità di giocare al Camp Nou e fare un gol importante. Sarà un ricordo che porterò sempre con me, speriamo abbia un impatto sul mio futuro all'Inter. Spero arriveranno altre occasioni per ripetermi".