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Ranieri: “Dybala, la verità e cosa ho detto ai Friekdin! Soulé, Totti, De Rossi, Angelino, Hummels…”

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Claudio Ranieri è tornato alla Roma. Ecco la sua conferenza stampa di presentazione, queste le sue parole ai giornalisti.
Guglielmo Cannavale

Claudio Ranieri è tornato alla Roma. Ecco la sua conferenza stampa di presentazione, queste le sue parole ai giornalisti.

CAGLIARI - "Prima di cominciare vorrei mettere i puntini sulle "i". Io avevo smesso di allenare. Ho avuto più richieste in questi mesi che quando ho vinto il campionato con il Leicester. È la verità. A qualcuno ho detto solo in due casi possono tornare ad allenare: o alla Roma o al Cagliari. Ma ero ormai super convinto di starmene per i fatti miei. Il fato ha voluto che tornassi a casa. A Cagliari avevo detto 'inizio a Cagliari e finisco a Cagliari'. Invece ho iniziato da calciatore a Roma e a Roma finirò da dirigente. Cagliari mi ha accolto come uno di loro e ci tenevo a dirlo".


FRIEDKIN - "Se gli ho parlato dell'esonero di De Rossi e degli errori? Io parlo in faccia e gliel'ho detto. Lui mi ha lasciato a bocca aperta, per le cose che ha detto e per il bene che vuole a questo club. Gira il mondo e vede che la Roma non è all'altezza della città. Lui sa che ha speso tanti soldi e non è riuscito a fare quello che ha bisogno di fare. Era sotto choc. Ora tocca a me, con la mia esperienza. Io mi auguro a riuscire nel mandato che mi ha messo davanti. Quando mi ha detto queste parole io non ho potuto che dire sì. Lo ringrazio perché mi ha riportato alla casa madre. Se dico A, i tifosi sanno che farò di tutto per fare A. Noi siamo abituati a vedere le cose in modo piramidale, loro invece la vedono in modo orizzontale. Vogliamo portare la Roma dove merita, prenderemo le decisioni insieme. Ha speso una barca di quattrini e non ha visto i risultati, qualcosa è andato storto. Ora mi auguro che le cose vadano per il verso giusto, me lo auguro da tifoso in primis".

MODULO - "Ormai non c'è un sistema base, tranne per gli allenatori che sono lì da tanti anni. Ormai tutti cercano di fare modifiche anche durante la partita. Ora non sarei onesto con me stesso a dirvi: "Giocherò così". Prima devo vedere chi sarà in buona forma. Poi sceglierò se giocare a tre, a quattro o a cinque. Non è questione di modulo. I giocatori non devono mai mollare, devono sputare sangue. Prima di tutto da tifoso, sono più tifoso dei tifosi. Ai tifosi dico: "Stateci vicino". Giocare coi tifosi che fischiano è la cosa più difficile che ci sia. Se tu insisti, alla fine la fortuna deve girare. Voglio un pubblico coeso. Il primo discorso l'ho fatto allo staff: mi devono aiutare perché devo fare meno errori possibili. Mi sento di promettere ai tifosi che devono essere orgogliosi della squadra per quello che hanno dato in campo".

OBIETTIVO - "Cercare di fare il massimo. Nel contratto ho dei premi in base al raggiungimento di tutti gli obiettivi possibili, non mi voglio precludere niente. Io sono positivo sempre. In Inghilterra lottavamo per la salvezza e avevo il bonus per il titolo. A Cagliari ho trovato tre tifosi della Roma che tornavano dal Belgio, avevano fatto scalo lì perché costava di meno".

ACCORDO - "Io sono l'uomo vicino ai Friedkin, in modo che facciamo tutto quanto insieme. Si cercherà di sbagliare il meno possibile. Solo chi fa sbaglia. 'È più facile criticare che fare', c'è scritto su un palazzo a Firenze. Serviva una persona che sapesse di calcio. Bisogna far sì che questa Roma sia sempre nelle prime posizioni. Poi si può arrivare secondi, terzi, quarti, dipende. Hanno fatto molti cambiamenti, stanno facendo delle cose belle. Sono tornato a Trigoria e quasi non la riconoscevo. Ma la squadra è il biglietto da visita. Lui vuole che la Roma sia conosciuta bene anche dal punto di vista del calcio".

TOTTI - "Io non sono chiuso a niente. Adesso come adesso la cosa principale è riportare la squadra in alto. Poi si parlerà con Francesco, perché no. Se si può dare una mano vedremo cosa ci potrà dare, io non sono chiuso. Questo non vuol dire "Totti tornerà alla Roma", siate chiari nei giornali".

GENNAIO - "Richieste? No, fatemi prima conoscere. Un conto è vedere da fuori e un conto è toccare con mano. La Roma ha preso tanti giovani validi. Invece di proteggere questi giovani, ora sono un po' allo sbaraglio. Vediamo questi giovani, da qui a gennaio. Se poi ci sarà l'opportunità di prendere qualcuno, mi accontenteranno".

GIOCARE CONTRO E I FISCHI - "Non è un calciatore che gioca contro un allenatore, non è vero. Ci sono allenatori che riescono a trovare le chiavi di entrata e i giocatori danno il 110%. Ci sono giocatori che non riescono a trovare il feeling e magari ti dà l'80%. Alla Roma l'80 non basta, qui devono dare il 120%, altrimenti vanno fuori dal carro. Ho letto critiche che sono state fatte a giocatori importanti, che però correvano tanto, forse male. Il cuore ce l'hanno messo sempre, io voglio di più ovviamente. Non dobbiamo fischiarli, aiutatemi. Fatelo a fine partita. Vengo io a fine partita e fischiatemi. Ma alla fine, lì fate quello che volete. Ma durante non fischiateci".

DE ROSSI - "Ci siamo sentiti e ci sentiremo in questi giorni. Ci parlerò, è una grande persona. Lui in futuro o aver pensato di farlo tornare ora? Bella domanda. Mi è stata data la panchina e penso a questo. Non si era pensato coi Friedkin di farlo tornare. Non voglio illudere nessuno".

SPOGLIATOIO - "Ora ho solo 5-6 giocatori. Cambiare allenatore non è facile per nessuno, uno di choc c'è. Mi auguro di riportare tutti nella giusta direzione".

SITUAZIONE - "Ci sono mille perché e a me non interessano. C'è un nuovo allenatore e ho carta bianca, devo fare il massimo con questi giocatori. Non mi interessa quello che è successo prima. Da oggi in poi io sono il responsabile".

ANGELINO - "Non lo vedremo più da braccetto in difesa? Lo prometto (ride, ndr)".

SOULÉ E DYBALA - "Possono giocare insieme, credo di sì. Non mi sento di prometterlo (ride, ndr). Se poi non lo sento non faccio una cosa che non sento".

PRESIDENTE - "Io meno gente vedo e meglio è. Capisco che in Italia la figura del presidente ci deve stare. Purtroppo in Italia il presidente deve farsi vedere. Se ci fate caso le proprietà straniere parlano pochissimo. Al Chelsea avevo Abramovich. All'estero la figura del presidente quasi non esiste, esiste solo a fine mese. Dan Friedkin si è reso conto degli errori? Se mi ha chiamato, sì. Mi ha detto che vuole portare la Roma ad alti livelli. Non è facile riempire tutti i giorni le pagine dei giornali, giornalisti avete la mia stima. Se poi scriverete delle cazzate vi odierò (ride, ndr)".

ALLENATORE - Io ora sono un allenatore, faccio l'allenatore. Sono centrale. Non è il primo presidente che mi chiede questo. Io non voglio parlare di soldi, voglio dire solo quello che mi serve e quello che non mi serve. Io sono un allenatore".

RICHIESTE AI GIOCATORI - "Ho detto che voglio il massimo, bisogna lavorare seriamente ma con il sorriso. Noi siamo super fortunati perché ci siamo scelti il mestiere. Noi dobbiamo venire qui con il sorriso. E lavorare con rabbia e determinazione. Dobbiamo essere ambiziosi".

DYBALA - "È la prima cosa che gli ho chiesto: "Ma il caso Dybala?". Io gli ho detto che faccio come mi pare. Non voglio sapere se ha clausole o non clausole. Una volta un presidente mi aveva detto: "Questo giocatore non vuole più giocare, se no va a casa". Gli ho detto: se vuole, lo dice pubblicamente e lo mette fuori rosa. Non l'ha fatto. Indovinate un po'?  Quel giocatore ha giocato e me ne sono andato a casa. Voi mi vedete sempre col sorriso ma io mi incazzo. Io ai miei presidenti parlo in faccia. Io gli ho detto: "Non so se è vero o non è vero il caso Dybala, ma io scelgo chi voglio". Ghisolfi aggiunge: "Confermo". Ranieri chiude: "Se per i Friedkin va bene? Altrimenti non mi avrebbero preso (ride, ndr)".

CONDIZIONI DYBALA - "La questione fisica? Quella lo affronterò con il ragazzo. Si vede che Dybala è di un'altra categoria, quando sta bene fa la differenza. Parlerò con il ragazzo. Giochiamo ogni tre giorni, non potrà giocare sempre. Gli ricordai il gol che realizzò contro di me alla Samp, un gol tipo Totti al volo. Gli feci i complimenti e si ricordava. Avrà la mia massima considerazione. Io gli farei giocare tutte le partite per 90 minuti. Ce la potrà fare? Ho i miei dubbi. Ma se lo potrà fare per me non ci sono problemi".

TEMPISTICA - "Ghisolfi mi ha chiamato lunedì mattina, è venuto a casa mia. Poi mi ha detto che il presidente mi aspettava a Londra, in poco tempo abbiamo preso il volo per andare su. È stato deciso così".

HUMMELS - "Mi sono andato a vedere un po' di partite, la finale col Real e la semifinale con il PSG, dove aveva fatto gol di testa con una capocciata. Ma perché non deve giocare sto ragazzo? Vediamo, pure lui ha una certa età e vediamo. Io scelgo perché voglio vincere".