NESSUNO SPONSOR TECNICO - “Mi è sempre piaciuto essere libero. Le scarpe, qualunque sia il produttore, possono essere buone un giorno, meno buone un altro. Voglio poter scegliere cosa è meglio per me. Poter “passare”, se necessario, da un produttore di attrezzatura all’altro. È la comodità a guidare la mia scelta, non l’estetica. Ad un certo punto ho indossato l’Adidas poi ho scelto la Nike perché mi sentivo meglio con loro, senza essere sotto contratto. Vado a comprare le mie scarpe? (Ride.) No, no, me ne mandano ancora qualcuna. Non sono arrivato a quel punto. Ho scelto di essere libero. Sappiamo che con i contratti ci sono dei vincoli, tante cose da fare, sparatorie da destra a sinistra. Non voglio. Il nostro tempo di riposo tra una partita e un allenamento è spesso molto breve e preferisco approfittarne per recuperare piuttosto che andare a fare una ripresa a Ibiza o non so dove… È una scelta che faccio. Mi guadagno da vivere abbastanza bene da non dire a me stesso che ho bisogno di quei soldi”.
NON IN NOMINATION PER IL PALLONE D’ORO - “Non sono rimasto indifferente, perché mi dico che ho fatto comunque una stagione molto importante a livello individuale e perché vedendo certi giocatori che compaiono lì, ho pensato che non fosse, non è necessariamente logico. Chi decide tutto questo forse non ha in mente l’intera stagione di un giocatore. A volte possono bastare una o due belle partite di Champions League”.
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