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Del Piero: “Ronaldo deve chiarire con Allegri e la Juve! Dybala, Conte, Donnarumma…”

Alessandro Cosattini

Tra Nazionale e Juve, Alex Del Piero dice tutto. Questi i passaggi più interessanti dell’intervista esclusiva dell’ex azzurro e capitano bianconero al Corriere della Sera: [adv] Quante colpe ha Pirlo negli insuccessi della Juve? «Parlare di...

Tra Nazionale e Juve, Alex Del Piero dice tutto. Questi i passaggi più interessanti dell’intervista esclusiva dell’ex azzurro e capitano bianconero al Corriere della Sera:

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Quante colpe ha Pirlo negli insuccessi della Juve?

«Parlare di colpe non mi pare giusto per Andrea, e a dire il vero per qualsiasi allenatore, non esiste una stagione al di sotto delle attese da imputare a un solo componente. Non parlerei di difficoltà di Pirlo, parlerei di difficoltà della Juve».

Ronaldo sì, Ronaldo no: se ne discute tanto. Segna molto, ma condiziona la squadra.

«Cosa dovrebbe fare per non condizionarla? Sbagliare i gol? Il punto è un altro: se un giocatore rende oppure no, se è funzionale alla squadra oppure no. Penso che CR7 sia entrato in una fase della carriera in cui non può più fare le stesse cose di dieci o anche cinque anni fa, e che debba riprogrammarsi in funzione delle sue attuali potenzialità, che sono ancora elevatissime. Ci vorrà un chiarimento con Allegri e la società se si vorrà continuare insieme».

Costruirebbe la Juve del futuro attorno a Dybala?

«Lo farei sentire importante, questo sì. Gli farei sentire la fiducia, ovviamente se questa fiducia c’è, e questo non lo possiamo ancora sapere, credo».


La stupisce che Conte sia così esigente con i club che allena? Dalla Juve all’Inter, le squadre gli sembrano tutte inadeguate.

«Stimo Antonio e rispetto le sue scelte, si è sempre assunto la piena responsabilità. Non è uno che scappa, è uno che vuole imporre certe condizioni, prendere o lasciare. E poi non credo che ritenga le squadre inadeguate, piuttosto penso abbia avuto problemi con le società e i loro piani».

Ha trascorso tutta la carriera nella Juve, accettando la B da campione del mondo. Cosa pensa della scelta di Donnarumma?

«Non posso dare un giudizio, perché per me la Juve era un valore, i suoi tifosi lo erano e lo sono, superiore a tutto il resto. Non è obbligatorio che sia così per tutti, lo dico senza voler esprimere alcun parere negativo su chi non la pensa così, tanto meno su Donnarumma».

Perché partecipa al corso allenatori?

«Prima di tutto per aggiornarmi: per il lavoro che faccio ora, avere più conoscenze possibili è fondamentale. Poi, per quello che potrei fare in futuro: non mi chiudo nessuna porta».

Con lei studiano da tecnici tanti campioni della sua epoca, da Vieri a De Rossi. Chi è il più secchione? E il più indisciplinato?

«Beh, credo che li abbia citati: Bobo è il più indisciplinato, Daniele è già un allenatore, gli manca solo la panchina, ma ancora per poco».

Se decidesse di diventare allenatore, a chi si ispirerebbe tra i tecnici che ha avuto?

«La capacità di gestire il gruppo di Lippi, la visione sui ragazzi di Trapattoni, la praticità di Capello, l’umanità di Ancelotti. Bastano?».

E oggi c’è un tecnico che la colpisce?

«So che non arriva da un momento straordinario, ma Klopp resta un punto di riferimento. In Italia, dico Gasperini».

Mentre studia da tecnico, molti hanno parlato di lei come dirigente della Juve. Le è mai stata prospettata una possibilità del genere?

«No, mai».

Le piacerebbe diventare per la Juve quello che oggi è Maldini per il Milan? Anche lui ha dovuto attendere a lungo prima di tornare nel «suo» club.

«Giusto, allora ho ancora qualche anno di tempo... A parte gli scherzi, sono soddisfatto di quello che faccio oggi, e di quello che sto costruendo. Non vorrei avere un ruolo per ciò che ho fatto nel passato: quello rimarrà per sempre e nessuno potrà mai cancellarlo, così come il mio rapporto con la Juve. Vorrei essere considerato per quello che sono, e per quello che posso e potrò dare».