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Nesta: “Colpani ora è nostro, fa la differenza! Modulo, Maldini e punto su questo giocatore”

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Alessandro Nesta, nuovo allenatore del Monza, si è presentato oggi ai giornalisti in conferenza stampa. Ecco le sue dichiarazioni.
Marco Astori

Alessandro Nesta, nuovo allenatore del Monza, si è presentato oggi ai giornalisti in conferenza stampa. Ecco le sue dichiarazioni raccolte da Tmw.

MONZA - "Credo che per me significhi molto, è la prima volta che faccio la Serie A da allenatore, ho lavorato tanto per arrivare a questo livello e spero di arrivarci preparato. Ho studiato molto, col mio staff. Lavorare con Galliani è un piacere ma anche una responsabilità, che sento doppia. Ho visto il centro sportivo e vedo la mano del presidente, che dove è passato ha lasciato qualcosa di veramente importante. Il centro sportivo che ho visto non ce l'hanno tutti, lo stadio è molto diverso da quello che ricordavo".


GIOCO - "Io ho un'idea, che la squadra abbia giocato al meglio col 3-5-2. Però la prima cosa che faremo col mio staff è cercare di capire dove può fare meglio ciascun giocatore. Lo capiremo meglio durante il ritiro: tutti a inizio anno, a luglio, parlano di dominio e di giocare uomo su uomo. Poi magari alla quarta giornata si tirano indietro e fanno un altro calcio. Noi non facciamo proclami. Quelli forti con me giocano, nessun dubbio. Al di là dell'età: i giovani italiani spero si tirino fuori e non tirino più scuse. AI miei tempi gli stranieri erano Montero, Stam, eccetera: oggi ci sono meno stranieri forti che vengono e non voglio più dare alibi ai nostri ragazzi".

MALDINI - "Se l'ho sentito per Daniel? No, ci siamo sentiti un mese fa. Abbiamo parlato di altro, ma anche di Monza e gli avevo chiesto qualcosa. No, Paolo fa il papà: i procuratori, i presidenti, i direttori fanno altro".

COLPANI - "L'ho seguito l'anno scorso, oggi è un giocatore importante che ha fatto vedere di poter fare la differenza. Il mercato lo fa il direttore, ogni giocatore ha le sue ambizioni: per adesso è un giocatore nostro e lo alleno".

ANDREA CARBONI - "Andrea l'ho seguito, l'anno scorso ha fatto una grande stagione e credo tantissimo in lui".

GALLIANI - "È un rapporto strano, vent'anni dopo facciamo un'altra conferenza stampa di presentazione. Abbiamo vinto tanto e perso tanto, siamo caduti e ci siamo rialzati, è stato un percorso stupendo: ritrovarsi da allenatore dopo vent'anni è strano, ma non mi ha chiesto niente".

TRATTATIVA - "È stato diversissimo, da giocatore fu un giorno particolare: quel giorno andammo a Controcampo mi pare, iniziata la trasmissione non sorridevo molto perché andare via da Roma era complicato per me. Io mi ricordo che dopo la pubblicità Galliani mi disse che al Milan c'erano solo giocatori felici. Stavolta è molto diverso, ci facciamo grandi risate ed è durata due secondi: quando mi ha chiamato non mi sembrava vero. La gavetta l'ho fatta, sono stato in B a sudare e quando arriva una chiamata dal Monza non devi dire niente. Pensi che è vero e ci vai".

OBIETTIVI - "Se posso stare in Serie A lo dirà il tempo: so che c'è dello scetticismo perché non ci ho mai allenato, è normale e lo potete dire perché non sono permaloso. Cerco la pressione da quando sono arrivato, altrimenti sarei rimasto a Miami. So che c'è e sono abituato alle critiche, da calciatore e da allenatore: me la suderò come ho fatto gli altri anni".

LA ROSA - "Se c'è qualcuno che mi stuzzica più di altri? No, ho studiato la rosa. Ci sono tanti giocatori di talento, poi c'è quello più giovane che ti dà più gusto allenare, ma il Monza è fatto di un gruppo di esperti e di bravi giovani. Non ho chiesto nulla, so che Galliani farà di tutto per mettere il Monza nelle migliori condizioni. Abbiamo parlato di cosa potremmo migliorare, ma faremo in base a quello che possiamo. Ho parlato con i giocatori del Monza vicini alla Nazionale e sono un po' delusi, faranno di tutto per riconquistarsi il posto. Della Nazionale dico solo che è un peccato, spero non sia data solo la colpa a Spalletti perché il problema mi pare grande".

A CHI SI ISPIRA - "Sulla gestione, come sul cercare di tirare fuori il meglio dai giocatori, credo di sì. Prendo spunto da Ancelotti, da Eriksson, da Zeman: tutte persone che mi hanno trattato bene e hanno tirato fuori il meglio da me per questo. Io ho imparato questo da questi allenatori: mi hanno capito nei momenti difficili e spero di portare lo stesso approccio anche qui".

SERIE A E B - "Per me la Serie B è cresciuta tantissimo. Le proprietà straniere hanno portato tanti soldi, io l'ho fatta anni fa e il livello era diverso. L'anno scorso avevamo giovani molto interessanti alla Reggiana, abbiamo rimandato alla Fiorentina, al Genoa o al Sassuolo giocatori pronti. La B forma, sta ai procuratori e ai ragazzi di avere un po' di umiltà, andare in B per un anno e farsi le ossas per giocarsi in A".

DIFESA - "I primi anni dicevano che non sapevo difendere, è la prima cosa che mi hanno detto. Poi mi ci sono dedicato, perché non mi piaceva fare la fase difensiva: l'ho fatta per una vita da calciatore e mi sono stufato".

CARATTERE - "Io voglio portare il mio modo di essere, sono sempre stato la stessa persona e penso di essere una brava persona, chi ha seguito il Milan lo sa. Spero che da domani si parli del mio futuro e del mio presente, non del mio passato anche perché purtroppo non posso più giocare".

COSTRUZIONE DAL BASSO - "Mettetevi l'anima in pace, la faremo anche quest'anno. Io credo che non vada estremizzato nulla, che i giocatori non vadano messi in difficoltà. Poi se si può fare si fa: la costruzione dal basso non si fa per risultare belli, ma perché dev'essere efficace. Se non è il caso non si fa. Ma occhio che potremmo farla".