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Inzaghi: “Dia è una punta e deve farci 15 gol”. Iervolino: “Boulaye se ne voleva andare, andò così”

Inzaghi: “Dia è una punta e deve farci 15 gol”. Iervolino: “Boulaye se ne voleva andare, andò così” - immagine 1
Filippo Inzaghi si presenta come nuovo allenatore della Salernitana, è stato annunciato ieri e ha preso il posto di Paulo Sousa. Questa la sua conferenza ripresa da Tmw, occhio alle parole su Dia.
Guglielmo Cannavale

Filippo Inzaghi si è presentato oggi come nuovo allenatore della Salernitana, è stato annunciato ieri e ha preso il posto di Paulo Sousa. Questa la sua conferenza ripresa da Tmw, occhio alle parole su Dia.

DIA - “Per me è una prima punta, ma può giocare anche assieme a un'altra punta o trequartista. E' un calciatore che va recuperato, ci deve fare 15 gol altrimenti non portiamo a casa le penne". Di Dia ha parlato anche il presidenteIervolino: “Ha fatto un grande campionato e se ne voleva andare. Stop. Sono legittime aspettative. Ma è un nostro tesserato. C'è stato qualche mal di pancia, poi è subentrato realmente un infortunio. Qualcuno ha detto addirittura che era una notizia falsa. Anche io ho parlato con il giocatore. Vorrei che scriveste quanto sia difficile portare calciatori a Salerno. Alcuni ho dovuto strapagarli. Qualche investimento è stato sbagliato e ci è rimasto sul groppone. Ad oggi dobbiamo anche riprendere in mano il discorso e, dall'anno prossimo, ragionare sulla base della sostenibilità economica. In quel caso scriverete che non voglio spendere? Spiegatemi voi come bisogna fare calcio, devo perdere 20-30 milioni all'anno? E' già accaduto, dovevamo formare una base di proprietà. Già le immagino le polemiche. Così a Salerno fate scappare tutti. Me la prendo con la stampa, non con i tifosi”.


CHIAMATA - "Ringrazio - continua Inzaghi - tutte le persone che mi hanno contattato, è un qualcosa di travolgente. Ero stanco di riposarmi, non ne potevo più. Aspettavo la chiamata giusta, mi ero un po' stufato di quello che mi era successo e di alcuni trattamenti umani. Non sapevo più se questo calcio meritasse la mia onestà e la mia professionalità. Puoi vincere o perdere ma devi essere onesto intellettualmente. Guardavo il telefono ogni momento e aspettavo la chiamata di gente come Iervolino e come De Sanctis. Io e il mio staff possiamo tornare a lavorare come ci piace, quando ci hanno messo in condizione i risultati sono arrivate. Faccio un grande in bocca al lupo a Paulo Sousa che ha fatto molto bene, io voglio valorizzare questi giocatori e arrivare alla salvezza. Ma abbiamo bisogno di voi. Se la Salernitana retrocede è un male per tutti. Criticate me, come accade da 30 anni, ho segnato 300 gol e mi dicono che non sapevo fare uno stop. Quello che conta è che la gente ci apprezzerà per l'atteggiamento. Se potete aiutateci, abbiamo bisogno di affetto e di aiuto. So già che pubblico c'è, in questo stadio ho fatto doppietta nel 1998. Nel riscaldamento non riuscivo nemmeno a parlare con i compagni, a Monza c'erano 3000 persone e questa cosa mi ha colpito".

MODULO - "Ho detto al presidente e al direttore che non esiste uno schema che fa vincere le partite. Ho vinto e sono stato esonerato col 4-3-3 e col 3-5-2. Sono numeri. A me interessa riportare entusiasmo e convinzione, i giocatori si devono divertire. Non è con i nomi che ci salviamo. Oggi non posso fare promesse di alcun genere. Se diranno che non lottiamo andrò a casa. Non so se giocheremo bene o male, sfido chiunque ad affermare il contrario. Però dobbiamo essere bravi a far punti, è questo che fa grande una squadra. L'anno scorso era bello veder giocare la Salernitana, ha mantenuto la stessa ossatura e sono arrivati calciatori bravi. I giovani vanno supportati e noi cercheremo di trasmettere fiducia. Sono certo che ci possiamo salvare ma dobbiamo dimostrarlo. Avremo subito una gara sosta e per fortuna c'è la sosta pur senza 10 nazionali. Questo fa capire che se hai dieci nazionali non puoi lottare per non retrocedere. Dobbiamo dare il massimo per meritare la passione della gente e lo stipendio del presidente. Il fatto che ci sia un gemellaggio con Reggio mi fa piacere, sono certo che ci sosterranno anche loro".

SCELTA - "Quando sono andato al Brescia mi davano del pazzo, quando sono passato dal Milan in A al Venezia in C mi dicevano che ero matto. Ora mi chiedono chi me lo abbia fatto fare visto che la Salernitana è penultima. Io sono la persona più felice del mondo. Quando capisco cosa rappresento per la gente mi passa la tristezza, io voglio trasmettere quello che sono. Da allenatore ho vinto e ho perso, ma ho voglia di rialzarmi con forza. Non smetto mai di imparare, cambio idea senza fossilizzarmi su un solo concetto. C'è gente che porta a casa la Champions e poi viene esonerata dopo pochi mesi. A me spetta fare meno danni possibili, noi tecnici ci montiamo la testa e pensiamo di aver inventato il calcio ma in campo vanno i giocatori. Io devo valorizzare le loro potenzialità, senza concedere alibi. Con una società del genere non possiamo aggrapparci a nessuna scusante".

INFORTUNATI - "Amo fare i ritiri proprio per avere sempre un quadro chiaro e controllare tutto in prima persona. Subentro perché avevo l'obbligo morale, per amore e riconoscenza, di capire cosa sarebbe successo a Reggio Calabria. A me piace lavorare molto e devo stare attento a tutto. Qualche problema fisico c'è stato e col direttore ne ho parlato. Stimo molto Morgan De Sanctis, è stato un mio compagno di squadra e sono qui anche grazie a lui. E' una persona perbene, che ama questo lavoro e sarà un piacere confrontarmi".

DIFESA - "Mi piace individuare quei calciatori di cui non posso fare a meno. Potremmo metterci a 4 o a 5, vedremo. La visione di calcio che ho col presidente è molto simile. Sono uno di quelli che, se a 10 minuti dalla fine sta vincendo, non mette dentro l'attaccante ma aggiunge un difensore. Gli altri mettono le punte, a me tocca stare più attento. Io sono una persona molto pratica, non vendo un prodotto che si chiama Inzaghi. A me interessa vincere le partite, l'attacco è il reparto più forte della Salernitana e cercherò di far coesistere più giocatori di qualità possibile. Ma se non corrono stanno fuori, la collaborazione deve essere totale tra i dieci giocatori di movimenti. Se i difensori vedono il centravanti rincorrere trovano ulteriore carica agonistica".

NIENTE PAURA - "Se mi preoccupasse qualcosa non sarei qua. I risultati arrivano col lavoro e occorre pazienza. A me spaventano di più i giornalisti. In questo momento abbiamo bisogno di aiuto. Io vengo da un'esperienza particolare, da ultimo arrivato lancio un appello: tenetevele strette queste società, un giorno le rimpiangerete. Il trasporto del presidente mi ha colpito, vedo la sofferenza personale nel vedere la squadra penultima in classifica e voglio renderlo orgoglioso di me, di noi, della squadra. Non vedo l'ora di iniziare. sono in giro con la stessa borsa da tre giorni e sono stato sveglio tutta la notte aspettando la risposta definitiva del patron. I miei figli piangevano, ma la mia passione per questo lavoro è straordinaria. Nessuno mi ha mai regalato nulla e sono qui per chiedere alla squadra di sudare la maglia".

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