CAMBIO DI ALLENATORE - "È una nuova stagione con un altro tecnico. Nel 2024 ho fatto bene, ne sono orgoglioso, ma poi il mister decide chi sta meglio e si riparte da zero. Io ora ho questo gap, correrò il doppio per riprendermi il mio posto. Io sono uno che guarda sempre il bicchiere mezzo pieno. I mesi più bui, quelli dell'ambientamento in cui non vedevo mai la luce, mi hanno aiutato e fatto diventare più maturo. Potevo bruciarmi, invece alla fine nulla succede per caso, e quindi non può essere negativo nemmeno che non ho giocato per tanto tempo. Faceva parte del mio destino, di un percorso scritto. Sono contento. L'anno scorso è stato tosto sotto ogni punto di vista per la Lazio. Dopo tre anni non riuscivamo più a dare quello che chiedeva Sarri ed eravamo entrati in una spirale negativa. Il tecnico ha deciso di andare via e me lo aspettavo. Mi ha stupito invece il passo indietro di Tudor perché avevamo ottenuto ottimi risultati sino a fine campionato. Da entrambi però mi porto dietro un bagaglio immenso".
LEADER - "La sofferenza mi ha forgiato come un guerriero. Leader è una parola enorme, ma posso trasmettere il mio veleno, che a volte può mancare ai compagni più grandi dopo tanto tempo. Loro mi trasferiscono invece la calma, l'esperienza che io non ho. È uno scambio reciproco. Ora altri giovani sostituiranno campioni come Milinkovic, Immobile, Luis e Felipe Anderson. Questo progetto mi piace, deve generare entusiasmo e va fatto capire a chi è più scettico. La scorsa stagione non è stata cattiva con il piazzamento in Europa League, ma dobbiamo fare meglio".
RIMANERE - "Se prometto di diventare un punto di riferimento? Assolutamente sì, io non mi muovo da qui, anche se il Real vanta un diritto e sono arrivate proposte. Il club crede in me e io credo nella Lazio".
CAPITANI - "Patric, Cataldi, Marusic, Romagnoli... hanno una grande personalità e lo meritano. Sarà difficile per il mister scegliere, ma tutti lo accetteremo. La fascia poi è solo un pezzo di stoffa, dentro questo spogliatoio ci sono tanti leader senza nulla sul braccio".
OBIETTIVI - "Quando c'è un cambio generazionale in una squadra, bisogna avere pazienza. I nostri tifosi sono ambiziosi e pretendono tanto, ma sono arrivati nuovi ragazzi, che devono adattarsi. Il progetto è serio, anch'io spero nel quarto posto, ma bisogna essere realisti, andare avanti di partita in partita, senza porsi alcun limite, ma nemmeno un traguardo sproporzionato".
NOSLIN E CASTELLANOS - "Ciro è una leggenda, è stato tutto. Loro devono aspirare a raggiungerlo, ma senza portarsi dietro un macigno. Ognuno ha il suo stile, va dimostrato serenamente, ci vorranno anni per portarsi a quel livello".
SORPRESE - "Spero possa essere Luca Pellegrini perché ha un potenziale incredibile, ma anche Isaksen, non avete ancora visto nulla di ciò che è in grado di fare col pallone in campo".
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