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Castro: “Dove mi vedo tra 5 anni! Il paragone con Lautaro, la lite con Cristante e su Italiano…”

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Santiago Castro, centravanti del Bologna, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sportweek. Queste le sue parole.
Marco Astori

Santiago Castro, centravanti del Bologna, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sportweek. Queste le sue parole.

TRASH TALKING - "È vero, io parlo molto con gli avversari. È una cosa che mi dà energia. Gli chiedo: come stai? Tutto bene? Come si vive nella tua città? È un gioco di mentalità (testuale), dipende dalla partita e dall’avversario. Spesso lo guardo e rido, e il mio allenatore, Italiano, mi urla: 'Santi, tranquillo, tranquillo…'. È successo con Cristante, nella partita contro la Roma che abbiamo vinto due settimane fa all’Olimpico… Gli faccio tunnel, lui mi fa fallo, io rialzandomi prendo la palla con le mani mettendogliela davanti alla faccia in un certo modo, lui dice 'Che fai? Non farlo', io rido, lui si arrabbia e andiamo testa contro testa. Però dopo gli ho chiesto scusa: 'Perdonami se ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio'. Sempre contro la Roma, il mio compagno Miranda fa fallo, scoppia una mezza baraonda, io intervengo per mettere pace e uno di loro mi mette una mano al collo. 'Ehi, amico, per una volta che non faccio niente…'. E rido".

DIFENSORI - "Ogni tanto li minaccio: 'Adesso ti faccio gol'. Oppure gli dico: 'Che partita di merda' (e non specifica se il suo è un giudizio alla gara in generale o alla prestazione del suo marcatore), oppure: 'Ehi, adesso mi ha tirato una botta forte'. Se reagiscono? Dipende. Uno mi tira un calcione in più, un altro risponde con la bocca. Un litigio serio? Con Bremer della Juve. Ci siamo parlati contro per tutta la partita, un fallo lui, uno io. Ma, alla fine, lui e Danilo mi sono venuti vicino: 'Sei forte, buona partita, continua così'."I più tosti affrontati finora? Buongiorno e Ndicka".


COMPAGNI - "Non parlo tanto, lascio che lo facciano quelli con più esperienza: Freuler, De Silvestri, Skorupski, Beukema e Lucumì, i nostri centrali difensivi. La verità è che quando gioco non penso troppo, parlo di getto. È così fin da quando ero piccolo".

PARAGONE CON LAUTARO - "L'hanno fatto molte volte. All’inizio ne ero inorgoglito perché lui è un mio idolo, come lo era Tevez al quale pure sono stato accostato. Ma ora preferisco che si parli di me per ciò che sono. Voglio essere giudicato come Santiago Castro e basta".

CHI È CASTRO - "Uno che dà il cento per cento per tutta la partita e che, anche quando gioca male, ci mette sempre la testa e si sbatte per i compagni. Per me fare gol è il massimo. Anche Tevez e il Kun Aguero giocavano tanto per i compagni, come Lautaro adesso, ma quando il pallone transitava in area, fosse anche una sola volta o due a partita, loro erano là, pronti a battere a rete. Sono partito come terzino destro. Poi un tecnico delle Giovanili del Velez, Daniel Cielinski, mi ha spostato a mezzala sinistra; dopo, ancora più avanti, esterno sinistro. A un certo punto mi ha detto: 'Vuoi provare da centravanti? Però devi fare gol. E io: devo fare gol? Benissimo!' A 10 anni calciavo già forte".

DOVE MIGLIORARE - "Uff… in troppe cose. Devo giocare un po’ più coi compagni e non tirare sempre".

ITALIANO - "Perché gli piaccio così tanto? Forse perché mi sacrifico per la squadra e lavoro tanto… Lui mi chiede energia e di andare incontro alla palla, girarmi e servire sul lato opposto Orsolini, a destra, o Ndoye o Karlstrom a sinistra".

DOVE SI VEDE TRA CINQUE ANNI - "Mi vedo nella nazionale argentina. E di nuovo in Champions, col Bologna".