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Berardi: “Se a gennaio sarò al top andrò via: voglio la Champions! Atalanta, Juve e so che al fanta…”

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Domenico Berardi torna a parlare. L'attaccante del Sassuolo ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in cui è tornato sul suo infortuni, ha offerto aggiornamenti sul suo futuro oltre che mandare un messaggio ai suoi ex fantallenatori.
Andrea Agostinelli

Domenico Berardi torna a parlare. L'attaccante del Sassuolo ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in cui è tornato sul suo infortuni, ha offerto aggiornamenti sul suo futuro oltre che mandare un messaggio ai suoi ex fantallenatori.

FUTURO - "Se a gennaio, dopo questi mesi col Sassuolo, sarò al 100% e arriverà l’offerta giusta, andrò via. Altrimenti, se non sarò ancora il miglior Berardi e avrò bisogno di giocare per ritrovare la migliore condizione, resterò qui fino a giugno. Valuteremo con la società, come sempre".


SASSUOLO - "Perché sono ancora qui? questa è la mia seconda famiglia e non è un modo di dire. Non dimenticherò mai il rapporto con il dottor Squinzi e sua moglie, che mi hanno trattato come un figlio e mi hanno fatto crescere. Era amore reciproco. E anche con Giovanni Carnevali c’è un legame simile".

INFORTUNIO - "Mi è crollato il mondo addosso. Soffrivo per non poter aiutare il Sassuolo e perché all’Europeo tenevo molto. Quando stai fermo a lungo, puoi solo pensare e allora cercavo di ricordare le cose belle.

Mia moglie Francesca e i nostri figli mi hanno aiutato davvero tanto, i primi due mesi sono stati durissimi. Vivevo buttato sul divano".

SOTTOVALUTATO - "Se guardo i numeri, un po’ sì. In fondo io ho giocato e segnato sempre in una squadra che non lottava per lo scudetto o per le coppe. Quella classifica dice che faccio parte di un gruppetto composto da grandi calciatori e io sono un esterno, non un centravanti. Mi sono sempre caricato contro squadre importanti e negli stadi mitici. Quando gioco a San Siro, per citarne uno, vivo il sogno di ogni bambino e do il massimo per dimostrare sempre di poter stare in un posto così magico".

FANTACALCIO - "E mi godo un’altra soddisfazione: so di essere l’idolo indiscusso dei fantallenatori e va bene così".

NAZIONALE - "Obiettivo? Certo, sarebbe un motivo d’orgoglio anche perché sono uscito dal gruppo per l’infortunio. Adesso ho ripreso a giocare, ma devo lavorare per essere il Berardi di prima e meritarmi la Nazionale".

MANCATE CESSIONI - "Fino ai 26-27 anni non mi sentivo maturo. Io voglio giocare sempre e in quegli anni rifiutavo l’idea del turnover e della panchina. Forse era anche mancanza di fiducia nei miei mezzi, non credevo in me al 100%. Non ho rimpianti, ma nel frattempo ho capito, sono maturato e da due-tre anni sono pronto per un’altra avventura. Con la testa dei 30 anni le dico che a 20-21 avrei potuto credere di più in me stesso e provarci. Però le scelte si fanno quando bisogna farle".

ATALANTA - Tre anni fa mi voleva l’Atalanta, ma dissi di no perché non ritenevo di essere adatto soprattutto dal punto di vista fisico a quel tipo di gioco".

JUVENTUS - "L’anno scorso volevo andare alla Juve, ma i club non si sono accordati. Io ci rimasi male, ho litigato con la società perché era il momento giusto. Ma poi ho voltato pagina e ho ripreso a dare tutto per il Sassuolo".

CHAMPIONS - "Voglio la Champions? Da tre anni a questa parte, sempre. La musica della Champions la voglio sentire dal campo. È un’ambizione profonda, che voglio soddisfare".

ULTIMA BANDIERA - "Credo di sì. Non dico che per quei grandi campioni fosse facile e posso solo immaginare le pressioni che hanno sopportato. Ma forse la mia scelta è stata meno semplice. Ho fatto una carriera diversa, ma sono contento".

TESTA CALDIA - "I cartellini? Entrava in azione il mio istinto calabrese. Mi provocavano e partiva la gomitata. Ho lavorato molto su questo aspetto a livello mentale e mi hanno aiutato tantissimo Di Francesco, De Zerbi e Dionisi".