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Zaccagni: “Lazio il mio futuro! Tavares un top, Baroni e in Nazionale non gioco perché…”

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Mattia Zaccagni ha rilasciato un'intervista a Il Corriere dello Sport in cui ha parlato del suo futuro alla Lazio e dell'obiettivo Nazionale. Le sue parole.
Andrea Agostinelli

Mattia Zaccagni ha rilasciato un'intervista a Il Corriere dello Sport in cui ha parlato del suo futuro alla Lazio e dell'obiettivo Nazionale. Le sue parole.

CRESCITA - "Mi sono fatto le ossa in C e in B. Ho raggiunto la consapevolezza, mi fa sentire sereno, è stato lo step mentale per diventare completo".


LAZIO - "È bello e coinvolgente vincere all’Olimpico, la Curva e tutti i tifosi trasmettono passione, voglia di indossare la maglia. C’è grande passione in campo. Giocare per la Lazio è diverso. Ti fa stare dentro la passione dei tifosi. Ti porta a essere tifoso di questa storia e di questa maglia".

FUTURO - "La fascia la indosso e la indosserò a modo mio, con tutto me stesso. Ho quasi trent’anni e cinque di contratto. Qui sta bene la mia famiglia, siamo contenti, per ora non ho altro futuro che la Lazio".

GOL A GIRO - "L’ho allenato tanto nella mia mente. Avendo da sempre come idolo Alex (Del Piero, ndr) guardavo tante sue giocate, era il suo tiro, la sua mattonella. Mi ha scritto dopo Monza e mi ha detto 'gol bellissimo'. Provo tanto in campo. Ma il gesto mi viene naturale. Partendo da sinistra, calcio col mio piede che è il destro, mi viene automaticamente. È una mia postura naturale, la assumo dopo il tiro. Mi piego molto col corpo sulla gamba d’appoggio, ma questo non lo percepisco. Non so se aiuta a dare il giro, so che mi viene così".

NUNO TAVARES - "Un altro po’ e Tavares butta giù anche a me (altra risata). Grande giocatore, ci dà tanta qualità, forza. Stiamo cercando di sfruttare le sue doti e i frutti si vedono".

BARONI - "Partiamo dal lavoro della società, il mercato di rinnovamento. E Baroni da subito ci ha dato una grande carica, serenità, la scelta dell’allenatore è stata fondamentale. Non ha mai sbagliato un discorso? E non ha mai sbagliato a preparare una partita, non ci riempie di indicazioni tecniche o tattiche, ci dà quelle che servono. Eravamo carichi, curiosi di scoprire Baroni. È stato un impatto piacevole. Ci ha immersi in tanto lavoro, in tanti allenamenti a grande intensità, questo ci ha portati nella condizione di sfruttare il suo gioco".

CLASSIFICA - "Dev’essere il motivo che ci dà la spinta per andare avanti così. Si guarda, ma a questo punto della stagione è prematuro pensare a grandi obiettivi. Giochiamo per vincere sempre, l’atteggiamento dev’essere lo stesso".

LIBERTÀ - "La mobilità che abbiamo descrive l’efficacia del calcio di oggi, con sempre meno ruoli rigidi. Ognuno di noi ha più ruoli da coprire, questo ci chiede Baroni. Non dare punti di riferimento. Io vado molto dentro al campo o resto largo, dipende anche da cosa fanno il terzino e il mediano. Tutti movimenti che portano a soluzioni di gioco. Baroni, a 30 metri dalla porta, ci dice “fate quello che volete”. Insiste molto nel puntare l’uomo, io mi trovo alla grande".

CAPITANO - "Mi sono affezionato a questo club, ho anche la responsabilità della fascia. Mi sento di aiutare i ragazzi più giovani. Non ne sapevo nulla. Quando Baroni mi ha comunicato la decisione ero veramente contento, orgoglioso e voglioso di indossare la fascia".

JURIC - "Cosa mi ha dato? Il salto mentale".

SARRI - "Mi ha voluto alla Lazio, gliene sarò sempre grato. Mi ha insegnato come difendere, come attaccare la porta e come gestire il possesso".

TUDOR - "Come allenatore era più simile a Juric, come ruolo lo interpretava in tutt’altra maniera. Certe volte mi sono trovato a fare il quinto. Spendevo un po’ troppo in fase difensiva. Siamo riusciti a raggiungere l’Europa che stiamo vivendo adesso".

NAZIONALE - "La Nazionale è un obiettivo per tutti, mi sarebbe piaciuto andarci. Spalletti ha fatto questa scelta, giocare in questo modulo obiettivamente è un po’ penalizzante. Quando sono stato convocato dopo l’Europeo mi sono accorto che ero l’unico esterno d’attacco. Il CT dice che posso anche ricoprire il ruolo di seconda punta. In partita con la Lazio mi alleno a farla, spesso mi trovo a ridosso del centravanti. Non è difficile, ma è un ruolo diverso. Questione di abitudine. Se il modulo della Nazionale fosse lo stesso della Lazio il mister mi chiamerebbe a occhi chiusi. Credo sia tutto riferito a questo".