TRATTATIVA REIJNDERS - "Era un ragazzo che è uscito fuori dopo. Lo abbiamo seguito tanti anni nella seconda squadra dell’AZ. Ero andato a vedere la Coppa del Mondo U20 in Argentina, avevo già conosciuto il suo procuratore in Italia. Avevamo parlato di Reijnders e la trattativa è cominciata in Argentina, non è cominciata in Olanda. Girare allora serve? In Argentina sempre (ride, ndr). Come per Enzo Fernandez (poi andato al Benfica, ndr), ero sempre in Argentina. La trattativa per Reijnders comunque è iniziata in Argentina, a maggio. Non è stato facile trattare con un club olandese, è stata brava la società".
FOFANA - "Sono arrivato a gennaio 2019 a Milano, Fofana l’avevo già visto quando ero al Monaco, lui giocava nella seconda squadra dello Strasburgo. Ho portato il mio database a Milano e l’abbiamo seguito. Ha cominciato a giocare tante partite in Ligue 1: lì inizia ad essere difficile perché sono arrivati anche club tedeschi e inglesi. L’abbiamo comunque seguito fino al Monaco".
LEAO - "Sì, mi ricordo che l’ho visto contro il Belenenses con il Lisbona. Penso avesse 17 anni. Giocava come numero 10, da seconda punta. Era molto libero, ho visto un profilo molto interessante: alto, longilineo, tecnicamente super. Ha fatto gol con una fiducia incredibile. Era da seguire. Poi ovviamente l’hanno visto tanti altri scout, non sono di certo io il primo ad averlo visto. Però sai, vai a vedere una partita di U17 in Portogallo e vedi un ragazzo così… Lo segui subito. Abbiamo fatto una shortlist, c’era bisogno di prendere un nuovo esterno sinistro. C’erano bei nomi (ride, ndr). C’era Leao, c’era Malen, c’era Marcus Thuram che era al Guingamp… C’era questo tipo di profilo, fisico. Oggi Leao, Malen e Thuram giocano a livelli alti e stanno facendo bene. Ma quattro-cinque anni fa non era così scontato. Leao giocava al Lille e aveva fatto solo sei mesi da titolare e l’abbiamo portato a Milano. Non è facile… In generale si è sempre molto duri con i giocatori ma per me bisogna lasciargli sempre un po’ di tempo".
RINNOVO LEAO - "Prima di tutto bisogna ringraziare la società. Hanno fatto un grande lavoro, non era facile. Quando Rafa vuole fare le cose, e l’avete visto a Madrid, nessuno può fermarlo. E per questo è sempre bene tenere un profilo del genere: è il numero 10 del Milan, sono troppo contento di averlo con noi. E non è finita qua".
MORATA - "Questo è l’esempio perfetto di “non algoritmo”. Abbiamo preso il capitano della nazionale spagnola, che ha vinto tutto e che ha giocato già anche in Italia. Ero totalmente convinto di Alvaro, ero sicuro che fosse il ragazzo perfetto per noi. Ha una mentalità importante nello spogliatoio, da leader. Prima ho sentito l’agente, c’è anche questo lavoro da fare (ride, ndr). Zlatan poi ha parlato con il giocatore perché lo conosceva, e poi abbiamo parlato insieme. Mi piace questo esempio perché non arriva dai dati. L’anno scorso ha fatto 22 gol l’anno scorso all’Atletico Madrid. Per noi è ancora un giocatore molto molto interessante. Sono contento, lui si sente molto bene qua".
PULISIC - "Al Dortmund era un giocatore pazzesco, veramente forte. Il Chelsea l’ha preso per questo, è uno che può giocare a destra, a sinistra, da numero dieci, dietro la punta. In Germania aveva dati impressionanti, al Chelsea no. Pensavamo che non fosse possibile che un calciatore del genere non facesse performance di alto livello in Premier League. Quando abbiamo perso Brahim Diaz è uscito subito questo nome, era una possibilità da fare in quel mercato. Il timing fa tanto. Magari due anni prima sarebbe stato impossibile. Ma quando c’è lo spazio per fare un giocatore così devi prenderlo subito".
FONSECA - "Paulo ha uno stile di gioco, l’abbiamo visto al Lille, che il Milan penso debba avere. Giochiamo a Milano e a San Siro, dobbiamo controllare il gioco e la palla. Dobbiamo essere solidi su questi punti. Paulo ha una bella capacità di lavorare, fa allenamenti interessanti. Lavora individualmente e col collettivo. Per esempio può lavorare con tutti i centrocampisti: dopo l’allenamento prende quattro-cinque centrocampisti e fa un lavoro specifico con loro. Siamo a novembre, a fine stagione sono sicuro che vedremo tanti giocatori che avranno fatto uno step enorme con lui. Le scelte di gestione sono condivise? Sì, lavoriamo insieme ogni giorno. E adesso penso che Leao sia totalmente diverso. Basti vedere le sue prestazioni a Madrid, a Cagliari e in nazionale. Sono situazioni che possono succedere, non si è sempre perfetti altrimenti sarebbe troppo facile. Bisogna accettare che i calciatori possano avere momenti di difficoltà e supportarli come abbiamo fatto io e Zlatan con Rafa, dandogli supporto e un confronto costruttivo. Siamo una famiglia".
SCUDETTO - "Sono sicuro che questa squadra ha margine per questo. Già quest'anno? Sì. Abbiamo sofferto nelle prime partite però abbiamo visto che nei big match, contro l’Inter e contro il Real Madrid, siamo presenti, abbiamo visto veramente un bel Milan. Dobbiamo puntare a vederlo sempre mettendo un po’ più di concentrazione anche nelle altre partite. È una cosa mentale. Facciamo tutto per arrivare su questa strada".
IBRAHIMOVIC - "Ci sentiamo tutti i giorni. Ci vediamo a Casa Milan, a Milanello, andiamo a mangiare insieme. Abbiamo un buon rapporto, molto diretto. Vuole sapere le cose senza perdere tempo, mi piace. Siamo insieme tutti i giorni. Ci confrontiamo anche sui giocatori da prendere? Sì, piace anche a lui. Adesso gli ho aperto un profilo su una piattaforma professionale per analisi dati e video, così può vedere anche lui i giocatori".
MERCATO - "Abbiamo già cominciato a parlare con i vari profili. Con Ibra, con Giorgio Furlani, con il mister, con Gerry Cardinale… Abbiamo già parlato. Più o meno già sappiamo i profili che vogliamo, ma credo che sarà più per giugno. Cominciamo dai profili che mancano, poi facciamo una shortlist".
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