news

Leao: “La verità sulle panchine e Fonseca, mi piace stare al Milan! Critiche? Non sono d’accordo”

Alessandro Cosattini
Rafael Leao parla dal Portogallo e fa chiarezza sul suo rapporto con Fonseca: ecco le dichiarazioni del numero 10 del Milan.

Rafael Leao parla in conferenza con il suo Portogallo e fa chiarezza anche sul rapporto con Fonseca. Ecco le dichiarazioni del numero 10 del Milan, riportate da TMW: “Critiche? Chiaramente non sono d'accordo. Sto facendo grandi stagioni al Milan. La stagione è appena iniziata. Ovviamente non sono il giocatore perfetto, ci sono momenti in cui posso fare molto meglio anche perché sono molto autocritico. Queste critiche non mi scuotono comunque. Ho persone nel Milan e in Nazionale che mi aiutano a crescere. Da un lato anzi, queste critiche mi aiutano, mi motivano a crescere in campo ancora di più”.

STAGIONE - "Penso sempre avanti. Sono contento di quello che ho fatto nelle ultime 2 partite. Non penso alle gare precedenti, penso a quella successiva e ora a quelle qui in Nazionale. Nel complesso sta andando bene, certo potrebbe andare molto meglio perché voglio fare grandi cose con il Milan e con la Nazionale".

FONSECA - "Sono cose che succedono. Non ho nulla contro l'allenatore. È una questione risolta. Non mi piace stare in panchina, mi piace sempre aiutare la squadra. Le decisioni le deve prendere l'allenatore. Sia in Nazionale che al Milan, io cerco di dare sempre il massimo per aiutare la mia squadra".

MILAN E NAZIONALE - "A prescindere se gioco bene o male, stare al Milan mi piace molto. Cerco di dare il massimo. Non credo che la Nazionale sia una via di fuga. Sento molta fiducia da entrambe le parti. Quando le cose non vanno bene ci sta che la gente critichi. Sono al Milan da cinque anni e mi sono abituato a quella pressione".


DOVE MIGLIORARE - "Devo essere più egoista sotto porta. Sono cresciuto guardando giocatori come Ronaldinho e Robinho, che non avevano quel fiuto del gol. Fin da bambino il mio obiettivo era dribblare gli avversari, fare assist, fare bene passaggi. Non ho mai avuto l'ossessione del gol. Oggi ho 25 anni e il calcio è completamente cambiato, è più una questione di statistiche: bisogna realizzare gol e assist, perché se giochi una grande partita e non fai gol e assist, diranno che è stata una partita nella media".