UFFICIALE – Noa Lang al Napoli! Ecco la sua gestione al fanta tra ruolo, bonus, infortuni e piazzati
DATA RIENTRO - “Un match in particolare? Non mi interessa, voglio solo tornare in campo. Certo la Champions League è qualcosa che attendo con emozione. Per l’Aston Villa non ce la faccio, chissà se per il Monaco…”. La sfida è in programma il 5 novembre.
PAURA - “Decisamente, soprattutto all’inizio. Dopo l’operazione non ti puoi muovere, non poi camminare, sei impossibilitato a fare qualunque cosa. Per forza hai paura di non tornare quello che eri. Ora però quando corro, faccio i cambi di direzione o tiro, mi sento sicuro e non penso più alle brutte cose che mi sono passate per la testa. Non ho più paura: the fear is gone”.
PERIODO PIÙ DURO - “Senza dubbio dopo l’operazione. Il primo mese non potevo camminare. È stato difficile vivere una vita normale per uno come me, abituato ad allenarsi ogni giorno, a correre, a fare il mio lavoro. Sono una persona sana, questa è la mia normallife. Per tre settimane è stato un inferno. Non mi potevo muovere, quando stavo in una posizione per troppo tempo sentivo male. In quei momenti ti vengono i pensieri peggiori. Tornerò a giocare? Se ci torno magari non sarò forte e bravo come prima. Superato quel periodo inizi a recuperare fiducia, ricominci a muoverti e pian piano a ritrovare te stesso nei movimenti, a sentirti di nuovo un calciatore”.
SUPERARE IL MOMENTO - “La famiglia, dei veri numeri uno. Per loro è stato un periodo tostissimo. Ho una figlia di due anni, Lake (Lago sì, il nome piaceva alla mia compagna), e non ero nemmeno in grado di giocare con lei. Non capiva che stava succedendo. Il Bologna poi è stato fantastico. I compagni mi sono stati vicino. Beukema, Ndoye, Zirkzee, De Silvestri, Ravaglia sono tutti venuti in ospedale e a casa dopo l’operazione. Beukema è uno dei migliori amici. Ogni giorno passava a casa o mi ci riportava”.
PERMANENZA - “Occasione persa con l’infortunio? Non lo so. Ricevere un’offerta era una possibilità. La passata stagione ho giocato bene, ma il calcio è folle, le cose cambiano in fretta. Oggi non ci penso più. Dopo l’infortunio tutte le mie energie le ho impiegate per recuperare il prima possibile. Poteva succedermi di partire e andare altrove, adesso sono qui e sono felice. Non guardo a quel che poteva essere e non è stato”.
ZIRKZEE E CALAFIORI - “È normale che i grandi club ti notino se giochi bene, così è accaduto a loro. Le partenze di Zirkzee e Calafiori non mi hanno sorpreso: hanno fatto una stagione fantastica. Sono felice per entrambi, giocare in Premier resta il mio sogno, non so quando ma voglio arrivarci. In Scozia sono sempre stato tifoso dei Rangers, in Inghilterra ho sempre seguito il Chelsea: ci giocava Frank Lampard, era un idolo”.
LIVERPOOL - “Se ero frustrato? Eh sì. Avere l’opportunità di giocare una partita così, in uno stadio simile, è un sogno di tutti i giocatori. Peccato per il k.o., ma sono stato contento della prestazione del Bologna”.
THIAGO MOTTA - “Mi scrive ogni tanto per chiedermi come sta andando il recupero. Subito dopo l’infortunio mi chiamò, dopo la diagnosi anche. Mi disse: “So che farai il possibile per tornare forte, sii paziente e focalizzati sul recupero”. Un grande allenatore, mi ha dato l’opportunità di crescere qui per due stagioni, amavo giocare per lui. Abbiamo fatto un calcio fantastico, mi ha insegnato tanto e migliorato in tutto”.
CON ITALIANO - “Nel calcio, come nella vita, quando fai molti cambiamenti le cose non accadono veloci come uno schioccar di dita. In estate abbiamo cambiato allenatore e staff, abbiamo perso dei giocatori e ne sono arrivati molti altri, serve tempo a tutti. Al tecnico per portare le proprie idee, ai calciatori di adattarsi. Non abbiamo giocato male in questo inizio, ma ci è mancato qualcosa, piccoli dettagli: l’ultimo passaggio, l’ultima azione, l’ultimo tiro. È normale, ma vedo anche tante cose buone. Italiano è molto carico, quasi aggressivo, come il modo in cui giochiamo: alti, veloci, creiamo occasioni ma dobbiamo trasformarle in gol. Per me è difficile dare un giudizio, non mi alleno ancora con la squadra, lo farò tra un paio di settimane. Sono convinto che nel tempo miglioreremo. Ci parlo spesso, soprattutto dell’infortunio. Mi ha detto che da giocatore ha avuto il mio stesso problema. Mi ha raccontato la sua esperienza, il tempo impiegato per recuperare, le sue sensazioni. La conversazione si è focalizzata su questo e sul mio ritorno in gruppo, non abbiamo parlato di tattica”.
CASTRO E ORSOLINI - “Nel calcio è normale vivere momenti di alti e bassi, non conta l’età. Non puoi andare sempre al massimo e giocare costantemente a un livello forsennato. Castro ha iniziato la stagione benissimo, l’avevo visto lo scorso campionato allenarsi con noi, si notavano già le sue potenzialità. Orsolini è uno che ha sempre segnato. La vita di un attaccante è decisa dal gol, quando non lo fai diventa un problema: è così per tutte le punte. Lui è uno che reti e assist li fiuta, li sente: è un ragazzo con una forte mentalità, supererà il periodo difficile”.
CAPITANO - “Per essere onesto, con l’allenatore di questo non abbiamo parlato, quindi non lo so, bisogna vedere cosa succede quando torno a disposizione. Per me conta solo essere me stesso: che io sia capitano o no, sono la stessa persona, rispetto tutti allo stesso modo”.
OBIETTIVO - “Niente è impossibile. Abbiamo qualità, una squadra forte. Con questo non sto dicendo che raggiungeremo gli stessi traguardi dello scorso anno, il livello era davvero molto alto. Il reale obiettivo è fare una strong season, finire quindi tra le prime otto in classifica. La Coppa Italia ci piacerebbe vincerla. Certo è difficile, devi battere buoni team, ma anche qui: Nothing is impossible. In Champions League abbiamo avuto un inizio difficile, possiamo però andare a prendere punti su ogni campo: l’obiettivo è raggiungere i playoff e, perché no, anche lottare per lo step successivo. Perché questo accada però dobbiamo fare risultato nelle prossime partite”.
CHAMPIONS - “Bisogna fare 8-9 punti per entrare nei playoff. L’Aston Villa era di sicuro la squadra più forte della quarta fascia, non siamo stati fortunati né con loro né con il Monaco. È la Champions League, non ci sono squadre facili. L’Aston Villa però è forte, la Premier League la guardo, li conosco bene, sono una squadra vera e poi il capitano John McGinn, è scozzese. Per non parlare dell’allenatore Emery, non so quante Europa League ha vinto”.
GIOCATORI NUOVI - “Come faccio a risponderle su chi mi ha impressionato? Non mi alleno con loro, sto sempre con Cambiaghi (ride, ndr), infortunato come me, anche lui sta recuperando bene”.
SOGNO - “Non mi ero mai infortunato. È stato il più lungo periodo della mia vita, molto triste. Voglio soltanto tornare a giocare con i miei compagni, questo è il mio sogno”.
BOLOGNA - “Se ho conosciuto meglio Bologna? No, macché. Le mie giornate erano tutte uguali, infinite. Arrivavo a Casteldebole alle 9.30, uscivo alle 17.30. Colazione, terapia, palestra massaggi, pranzo, riposo, ancora terapia: quattro mesi così, estate compresa. Ero qui, solo e pure triste. Sto bene adesso, le gambe sono finalmente uguali, i muscoli pure. Ci sono, felice di essere a Bologna. Sto tornando”.
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