SPOGLIATOIO - "Appena arrivato, pensavo di avere difficoltà in uno spogliatoio con così tanti nomi importanti. Invece, tutto è filato liscio, con naturalezza: l’insegnamento che mi danno è sempre quello di rimanere umile. Mi hanno accolto bene tutti, ma Danilo D’Ambrosio è unico: è lui l’uomo che trasmette da una generazione all’altra ‘l’interismo’. Mi ripete sempre che non è importante il nome che hai dietro, ma lo stemma che porti davanti. Un giorno, quando avrò la sua età, mi piacerebbe essere un D’Ambrosio per qualche ragazzo…”.
COMPAGNI - “Non ne ho idea, so solo che quel video è diventato virale, mi arrivava in continuazione sul cellulare. Mi ha fatto felice perché fino al giorno prima Romelu lo vedevo solo in tv. Da Brozovic prenderei la tranquillità col pallone tra i piedi. Da Barella la grinta e lo spirito in ogni allenamento. Da Calhanoglu e Mkhitaryan la tecnica: sono due di qualità superiore. Da Gagliardini l’inserimento e la forza fisica”.
ERRORE - “Gol sbagliato a Barcellona? Se non ci penso io, mi ci fanno pensare gli altri. Quando torno in paese o sono per strada, c’è sempre qualcuno che me lo ricorda: alla lunga un po’ stufa… Ma ammetto di non aver dormito per quattro giorni, passavo le notti a guardare quell’azione, ce l’ho stampata in testa”.
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