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Presidente Verona: “Barak è da top club ma lo tengo: ecco quanto vale, mi viene da ridere…”

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Antonin Barak si è messo in mostra all’ultima giornata con la tripletta al Sassuolo. Il centrocampista ceco ha trascinato l’Hellas e regalato un super punteggio ai fantallenatori. Il presidente del Verona Maurizio Setti ne ha parlato...
Guglielmo Cannavale

Antonin Barak si è messo in mostra all'ultima giornata con la tripletta al Sassuolo. Il centrocampista ceco ha trascinato l'Hellas e regalato un super punteggio ai fantallenatori. Il presidente del Verona Maurizio Setti ne ha parlato così su GR Parlamento, rispondendo anche alle domande di mercato viste le tante voci.

BARAK - "Quanto vale? Diciamo tanto. Non decido io il prezzo, ma chi vuol comprare il giocatore. In questo momento ce lo teniamo stretto, perché ci serve per fare un campionato come si deve, ma sicuramente capisco che sia maturo al punto giusto e che abbia la necessità di andare in un grande club, perché per caratteristiche può giocare nei quattro o cinque migliori club d'Europa. Speriamo continui così, perché il prezzo sale: quando leggo certe cifre mi viene da ridere, perché sono molto più importanti i numeri di Barak. 25 milioni? Non lo so: penso che siano pochi, però vedremo".


DA JURIC A TUDOR - "Quello che noi abbiamo fatto come Verona è partito prima di Juric. Ma non perché Juric non sia stato importante: a un certo punto la città non lo voleva perché avevamo vinto il campionato con Aglietti, io ho insistito per prenderlo. Avevo già in testa un percorso insieme al d.s. D'Amico. Abbiamo preso un allenatore con determinate caratteristiche: Verona non ha bisogno del tiki-taka, ma di un calcio aggressivo. Abbiamo valorizzato diversi giocatori, come Amrabat e Rrahmani, che all'inizio erano sconosciuti e oggi sono protagonisti in Serie A, seppur uno lo sia meno dell'altro. Il nostro percorso deve essere questo, sono orgoglioso di aver lanciato tanti giocatori anche del nostro settore giovanile e di averli eventualmente venduti, perché questo è il nostro scopo, e credo che per adesso ci stia riuscendo abbastanza bene".

PROGETTO - "Quello che noi abbiamo fatto come Verona è partito prima di Juric. Ma non perché Juric non sia stato importante: a un certo punto la città non lo voleva perché avevamo vinto il campionato con Aglietti, io ho insistito per prenderlo. Avevo già in testa un percorso insieme al ds D’Amico. Abbiamo preso un allenatore con determinate caratteristiche: Verona non ha bisogno del tiki-taka, ma di un calcio aggressivo. Abbiamo valorizzato diversi giocatori, come Amrabat e Rrahmani, che all’inizio erano sconosciuti e oggi sono protagonisti in Serie A, seppur uno lo sia meno dell’altro. Il nostro percorso deve essere questo, sono orgoglioso di aver lanciato tanti giocatori anche del nostro settore giovanile e di averli eventualmente venduti, perché questo è il nostro scopo, e credo che per adesso ci stia riuscendo abbastanza bene".

MONTIPÒ - "L’avevo visto giocare e non pensavo fosse così forte. Ma abbiamo avuto anche fortuna: il nostro preparatore dei portieri l’aveva avuto e quando ci è stato proposto l’abbiamo preso subito. Viene da un infortunio al ginocchio, ha fatto 4 mesi di grande riabilitazione, è stato bravo. Non ha ancora dimostrato quanto vale, è molto giovane e può diventare molto molto forte. Può ambire alla Nazionale".

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