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Piatek: “Ora valgo 38 milioni, quando cambierò club ne voglio valere 70! Un giorno sei il Papa…”

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Dal valore di mercato al momento di difficoltà, suo e del Milan. Krzysztof Piątek in una lunga intervista a TVP Sport ha parlato così direttamente dal ritiro della sua Polonia: “Trasferimento al Milan? È successo così in fretta che...
Alessandro Cosattini

Dal valore di mercato al momento di difficoltà, suo e del Milan. Krzysztof Piątek in una lunga intervista a TVP Sport ha parlato così direttamente dal ritiro della sua Polonia: "Trasferimento al Milan? È successo così in fretta che non mi sono nemmeno chiesto quanto fosse importante quello che mi stava succedendo. Ero concentrato sul lavoro.Nel calcio devi sempre stabilire nuovi obiettivi. Ora ho un costo di 38 milioni di euro e voglio fare di tutto per valerne 60-70 la prossima volta che cambio club. Bisogna essere ambiziosi e mi impegnerò per questo. Sono solo all'inizio della mia carriera, questa è la mia seconda stagione nella Serie A, uno dei primi cinque campionati europei".

TIFOSI - "Sono rimasto scioccato. Sono venuto in un club che ha avuto molti attaccanti importanti. Sono uscito in campo prima della prima partita contro il Napoli. Indossavo le cuffie, ma sentivo perfettamente quando l'intero stadio ha iniziato a cantare il mio nome e applaudire. Dopotutto, ero un nuovo giocatore ed ero trattato come se avessi giocato per anni. Sono stato acclamato fin da subito, non ho dovuto fare nulla di particolare".


POPOLARITÀ - "Guarda il mio profilo Instagram. Quando lasciai la Polonia, avevo cinquemila followers. Ora ne ho un milione e mezzo. La popolarità è diventata enorme, ma la cosa più importante è il calcio. Rimango con i piedi per terra. Apprezzo ogni tifoso che vuole fare una foto con me. A volte però la gente mi avvicina anche quando sono in giro con mia moglie e voglio stare un po' solo con lei".

MOMENTO - "Mi guardo allo specchio, mi guardo dentro e cerco di capire i miei errori. C'erano troppe turbolenze nel club, i giocatori questo lo sentono. All'inizio, come squadra, non abbiamo creato opportunità e l'attaccante vive di questo. Ora stiamo migliorando ed è solo una questione di tempo prima che io torni a sparare di nuovo, posso farcela. Per i giornalisti italiani un giorno sei il Papa del calcio e un altro il peggior giocatore. Ma lo accetto lo stesso. Però nessuna di queste persone si è messa nei miei panni, ma comunque le copertine dei giornali non mi toccano. Anche dopo aver giocato bene mio papà mi fa notare su cosa posso migliorare. Non dice che sono il migliore e faccio tutto alla perfezione, ma va bene. Se dicesse che sono stato grande, ci sarebbe qualcosa di sbagliato. Probabilmente anche se vincessi il pallone d'oro, direbbe che l'ho preso male o che ho sbagliato (ride)".