TIFOSO - “Per che squadra tifa? Per il Real Madrid, però in Spagna potrebbe andare dopo i 25 anni, quando come ho detto avrà completato la sua maturazione calcistica in Italia. Proprio come ha fatto Zidane…”.
21 COOME ZIDANE - “È il fuoriclasse che ha sempre apprezzato di più sin da quand’era bambino. E ha avuto modo di conoscerlo personalmente, restandone ovviamente stregato. Per la precisione era l’estate del 2002, io giocavo nel Grazer AK e la società austriaca aveva invitato il Real Madrid allo stadio allora denominato “Arnold Schwarzenegger” per festeggiare il centenario. Prima dell’amichevole, che vincemmo noi 3-2, ci siamo intrattenuti amabilmente coi Galacticos: oltre a Zidane c’erano anche Figo, McManaman, Makelele, Flavio Conceição, Morientes, Solari, Cambiasso, Guti, Salgado… Una giornata fantastica per noi e in particolare per Sergej”.
SERGENTE - “Ora è pronto per diventare ufficiale, capitano, capo… È cresciuto, è maturato, è diventato un giocatore tremendo… Da bambino lo chiamavano terremoto, perché quando prendeva il pallone era come uno “tsunami” per i malcapitati avversari…”.
PARAGONI - “Per me è un mix tra Zidane e Ibrahimovic. Una combinazione esplosiva tra la sua straordinaria tecnica e il suo strapotere fisico. Un dominatore. Non vedo in lui punti deboli. Con i piedi fa ciò che vuole, di testa sfrutta i suoi 191 centimetri d’altezza, ma soprattutto con la mente non ha rivali perché ragiona con una velocità doppia rispetto agli altri. Lui ha sempre almeno 2-3 opzioni differenti di giocata quando riceve palla e il suo cervello in una frazione di secondo decide la cosa migliore da fare”.
POSIZIONE - “Premesso che può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e quasi tutti dell’attacco, a seconda di dove decida l’allenatore, io dico che è un numero 10, uno che dovrebbe giocare dietro le punte, innescarle e poi supportarle inserendosi negli spazi offensivi per sfruttare il suo tiro e la sua abilità nel gioco aereo. Lui è un po’ il prototipo del centrocampista moderno, la versione 2.0 come si dice”.
MERCATO - “Non c’è giorno in cui i media di tutta Europa non parlino di lui. Ma posso garantire, gli ho parlato al telefono l’altro giorno, Sergej mantiene i piedi ben piantati per terra e non si lascia condizionare dal… canto delle sirene: italiane, spagnole, inglesi. Né le cifre che girano attorno al suo nome lo stordiscono, lo disturbano o lo condizionano. Ha concluso una stagione molto positiva con la Lazio corredata da 12 gol e 4 assist in campionato che non sono niente male come bottino di un centrocampista. Il suo obiettivo è quello di crescere costantemente per salire sempre più in alto. Lui mi ha detto che è concentratissimo sui Mondiali. È l’evento calcistico più importante degli ultimi 4 anni, bisogna rendere al 100 per 100 e possibilmente pure di più”.
LAZIO-JUVE - “Le compravendite oggi vanno così: è la legge del mercato. Le cifre sono spaventose, basta vedere quanto il PSG ha pagato Mbappé… Piuttosto non saprei dire come siano i rapporti tra Lazio e Juve dopo ciò che è successo con Keita…”.
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