TORINO - “Squadra malata? Stiamo lavorando per uscire da un vicolo cieco. Abbiamo fatto i preliminari di Europa League, abbiamo pagato un po'. Avrei potuto recuperare nell'ultima sosta, ma con troppi nazionali in giro per il mondo sarebbe stato difficile. Stiamo tamponando, ci manca un po' di brillantezza, ma torneremo. Vuoi una controprova? Siamo passati da un emisfero all'altro con la medesima formazione. La squadra che aveva battuto l'Atalanta in trasferta era la stessa crollata in casa contro il Lecce. Neanche una variazione. Quindi, inutile fare filosofia”.
CAIRO - “Con il presidente Cairo ho un rapporto sincero, ci sentiamo due o tre volte al giorno, ma ad orari impossibili, anche alle due di notte. Siamo impegnati, lui più di me. Quindi, pur volendo, non avremmo la disponibilità di tempo per entrare nei dettagli. Io non ho questa premura, siete voi che ne parlate”.
BELOTTI - “Il vero capitano? È assolutamente coinvolto”. (E qui Mazzarri torna al giochino delle tre dita: “Andrea è Cavani, Iago Falque è Lavezzi, il mio Hamsik granata si chiama Meité. Con le proporzioni di periodi diversi ragiono così. E potrei anche adattare altri nomi”).
NKOULOU - “Brutta storia, ma archiviata. Abbiamo parlato, lui ha capito. E' completamente coinvolto: se piove di brutto devi lavorare per far tornare il sereno, non per aggiungere vento e grandine. Altrimenti perché dovremmo stare qui, soltanto per prenderci la gloria quando le cose vanno bene?”.
VERDI - “Io responsabile se non decollasse? Ma è arrivato nelle ultime ore del mercato estivo, con la pressione delle responsabilità. Lui deve stare sereno e non portare la croce, ha talento e sa che nel suo ruolo c'è competizione. Siamo quasi a novembre, mica a febbraio. Non vivo di ansie, nella vita professionale mi è capitato di peggio”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA