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Lettera a Mario Gomez da chi l’ha avuto al fantacalcio: che brutti ricordi, non ci mancherai

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Prima di scrivere devo contare fino a dieci. Mi deve passare la rabbia. Ti ho avuto al fantacalcio, sì. E non è stata un’esperienza piacevole. Ora che vai al Besiktas e lasci finalmente l’Italia, ci posso ripensare. Ma la colpa è mia, mica...
Redazione

Prima di scrivere devo contare fino a dieci. Mi deve passare la rabbia. Ti ho avuto al fantacalcio, sì. E non è stata un’esperienza piacevole. Ora che vai al Besiktas e lasci finalmente l’Italia, ci posso ripensare. Ma la colpa è mia, mica tua. Colpa mia che ti ho preso. Non una, ma due volte. Primo anno, Mario Gomez arriva in Italia. È il top player della Fiorentina e un grande nuovo acquisto della Serie A, ingaggio super e una doppietta al Genoa come biglietto da visita (1 settembre, prima della mia asta). Se queste sono le premesse… diventerà capocannoniere. Spendo tutto per te: 240 milioni su 500. Il resto della squadra è composto da giocatori che mi vergogno di ripetere. Neanche il tempo di imparare a memoria i miei 25 che ti rompi. Alla prima giornata di fantacalcio. Che in quel giorno, 15 settembre, è iniziato e finito. Prima tre mesi di stop, poi altri tre. Così, senza motivo. Non torni mai. E io che ti avevo anche confermato. A febbraio però torni, io ti ho aspettato. Qualche minuto con l’Inter (non tocchi un pallone) poi ancora tanti spezzoni. In tutto 6, con anche un memorabile gol contro il Chievo. Memorabile perché l’unico. Dopo 6 giornate senza infortuni, di nuovo fuori, fino al termine della stagione. Stagione che al fantacalcio concludo miseramente all’ultimo posto.

Al primo anno l’errore l’hanno fatto in tanti. Ma perseverare è diabolico. Se avete avuto Gomez al primo anno e non l’avete ripreso siete stati sfortunati, ma saggi. Se l’avete ripreso, folli. E c'è anche chi non l'aveva al primo anno, ha visto che era un bidone e ci ha puntato al secondo anno. Così, per il gusto di farsi male. Il nostro Super (?) Mario si stira alla coscia al pronti via, dopo 3 giornate. E lì capisci che ancora una volta non sarà il tuo anno. Ma questa volta torna. Purtroppo. Lascio in panchina Maccarone che segna, Ljajic che segna, Eder che segna. E in campo sempre tu, a prendere 5 e a non buttarla mai dentro. Segni alla Roma e t’avevo messo in panchina. Mai una gioia. Poi altri infortuni e finisci pure in panchina. In mezzo, tra le due stagioni, ti perdi il Mondiale che la Germania casualmente vince. Ma un gatto nero ti ha aperto un ombrello in casa da bambino? Ahi, Marione. Quanti brutti momenti che mi hai fatto passare. Ora vai, vai in Turchia. Il più lontano possibile dal mio fantacalcio. Con quel tuo ciuffo e quel fisico che sembri un palo della luce. Ora farai 25 gol e non ti farai mai male, me lo sento. Ma se tornerai mai in Italia, sappi che non ti prenderò.


Giuseppe Sacchetti

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